Era il 9 febbraio 2010 quando quattro militari italiani vennero uccisi in Afghanistan a seguito dell'esplosione di un potentissimo ordigno rudimentale. Fra questi anche Gianmarco Manca, 32enne di Alghero, caporal maggiore presso il VII Reggimento Alpini di Belluno.

Erano le ore 9:45 locali, le 7:45 in Italia. I soldati viaggiavano su un blindato Lince nel distretto di Gulistan, a circa 200 chilometri a est di Farah, quando rimasero vittima di un'imboscata. Dopo l'esplosione gli "spari a tiro teso" ad opera dei guerriglieri contro un'autocolonna di 70 mezzi compresa la scorta costituita dal blindato "Lince" su cui si trovavano i militari italiani.

Gianmarco, celibe, orfano di padre, ha lasciato la madre e la sorella; quest'ultima, a distanza di 14 anni, ne celebra il ricordo e il dolore della scomparsa: "14 anni senza voi... Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi, e che come allora sorridi", scrive prendendo in prestito il celebre brano di Francesco Guccini, "Canzone per un'amica" o "In morte di S.F.".

Insieme al militare algherese persero la vita tre compagni: Francesco Vanozzi, 25 anni di Pisa; Sebastiano Ville, 26 anni di Lentini (Siracusa); Marco Pedone, 22 anni di Gagliano del Capo (Lecce). Un quinto soldato, Michele Miccoli, 28 anni di Lecce e residente a Belluno, rimase lievemente ferito senza riportare gravi conseguenze.