L’immagine di Antonio che a cavallo sfida il tempo e il vento resta impressa nella memoria di tutti.

Ieri sera una fotografia ci ha restituito quel momento, insieme a  tanti suoni tutti per lui.

I giri armonici del suo organetto portavano allegria nelle strade e nei locali di Belvì.

La statua del Santo attraversava il percorso, complice la sua devota presenza.

Ci sono presenze discrete, nella nostre comunità, che assorbono la benevolenza di tanti.

Poi un giorno quel suono si spegne, come la luce, come la corsa contro il vento e contro il tempo.

Come un pugno che all’improvviso ti stende e si chiude la partita.

I giovani della Consulta giovanile hanno voluto organizzare un incontro di festa, per non dimenticare.

Hanno chiesto a me e a Roberto Tangianu di introdurre gli omaggi di Riccardo Sanna e del Gruppo Folk Texile di Aritzo, con i fuochi d’artificio che illuminavano lo spazio soprastante.

Poi è cominciata la Rassegna degli organetti con le fioriture di Alex Agus di Gadoni e dei suonatori di Meana Sardo: Matteo Casula, Renato Marras, Marco Urru e Giovanni Demuru.

Desulo era presente con Paride Peddio e Michael Fulgheri, Atzara non si è sottratta all’invito e grazie a Giovanni Demelas e Simone Tolu ha portato le armonie del Mandrolisai, come del resto ha fatto Sorgono con Costantino Lai e Austis con Fabio Onnis.

Pierpaolo Vacca, di Ovodda, ha scosso la piazza con il suo talento e Luca Cocco ha proposto “Su bikiri” di Ardauli portando le armonie del Guilcer e del Barigadu.

I musicisti sono stati affiancati dalle coppie in costume dei paesi di provenienza che hanno riempito i suoni di danze.

I colori di una sera speciale, con tanta, tantissima gente.

Ovviamente c’era Belvì. I nipoti di Antonio, Luca e Federico, hanno riportato in famiglia le note cariche d’amore attraverso l’organetto dello zio, mentre Enea ha rotto la voce di emozione mentre leggeva due poesie a lui dedicate.

Giorgio Onano, a nome dei giovani del paese, ha rinverdito il ricordo e motivato l’evento.

Un’opera meravigliosa di Pietro Loi è stata donata alla famiglia Cadau: i fili che legano la musica di un organetto muto, col silenzio che cala rispettoso dove prima era armonia.

“Bandelas de amore” interpretata da Manuela Cardia “scorreva” sulle immagini di Antonio, che da uno schermo centrale guardava con i suoi occhi bruni gli scatti che lo avevano ritratto.

Istantanee di una vita interrotta, ma non spesa inutilmente.

Siamo quello che resta di noi, al di la del viaggio.

Antonio ha lasciato tanto nei cuori di coloro che lo hanno incontrato e amato.

Al termine della serata tre fasci di luce si sono levati verso l’alto per riempire di musica anche le pareti del cielo.