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Pattada terra di confine, Pattada luogo di incontro tra mondi diversi e diverse realtà che, al limitare estremo del Logudoro, danno vita a fermenti e mescolanze di correnti imprevedibili, sorprendenti talvolta, in tutti i casi, affascinanti.
A 800 metri d’altitudine, i poeti e gli artigiani hanno scandito il ritmo dei giorni a suon di colpi di martello potenti e parole lievi come carezze. Qui, però, in questo baluardo ultimo della Sardegna di montagna, per quanto forte fosse l’attaccamento dei pattadesi ai propri usi e alle proprie tradizioni, il vento della modernità ha soffiato forte nella seconda metà del ‘900 tra le vie di Riu Toltu e Su Eladolzu portando con sé, più che da altre parti all’interno dell’isola, tante tessere di un puzzle storico che ora, con pazienza, si cerca di ricomporre.
A frugare in questo scrigno di memoria preziosa, tanti giovani, uomini e donne che con sacrificio e ostinazione lavorano ogni giorno per restituire nuova luce e vigore a tradizioni secolari troppo spesso fiaccate dal tempo che, se sostenute, possono ancora emozionare e risvegliare in noi sardi quello spirito di appartenenza e insopprimibile nostalgia che non vogliamo sopire.
Nasce così l’avventura del Tenore Sa Niera, giovane formazione che affonda le sue radici nel terreno fertile di una scuola di canto fortemente connotata e identitaria, quella pattadese. Autentico giacimento, questo, di sonorità robuste e squillanti, metalliche e corpose che hanno interpretato l’anima di un popolo e le evocative immagini dipinte da poeti che non sono mai mancati a questa terra di pastori adagiata al cospetto del Monte Lerno. Padre Luca Cubeddu, su tutti, è uno dei fari per chi si cimenta nel cantare in ‘limba’ le rime stese dalle penne isolane. “Dei numerosi poeti pattadesi, Padre Luca è sicuramente il più celebre e cantato dai tenores di tutta l’isola” racconta Michele Demelas, basciu de Sa Niera “noi oggi stiamo studiando altri poeti del paese come Pisurci, per poterne cantare i versi in occasione delle nostre uscite”.
Il Tenore Sa Niera nasce dall’idea di un gruppo di appassionati del genere che già in passato avevano avuto esperienze in diverse formazioni locali. Racconta Demelas “Il nostro obiettivo era quello di formare un gruppo a tenore che facesse conoscere la moda pattadese al di fuori di Pattada, e magari formare anche dei nuovi nuclei di canto a tenore”. L’intraprendenza paga e nel 2010 nasce ufficialmente la formazione composta da Andrea Deiana ‘oghe (al quale è poi subentrato Giovannino Becciu), Gian Mario Ogana contra, Salvatore Virdis mesaoghe, Andrea Regaglia e lo stesso Michele Demelas bascios.
“Il nome” ci spiegano “è nato da un idea di Mario Monzitta che ha preso ispirazione dalla fonte sacra di epoca nuragica Sa Niera, situata nel territorio del paese. Questo perché il canto a tenore è un canto arcaico, antichissimo, si pensa di epoca nuragica.”
Così come nei centri della Barbagia e del Gocenao, anche a Pattada si era soliti cantare in sos zilleris (i bar) che brulicavano di tenores improvvisati da giovani e anziani. “Alcune formazioni di cantori pattadesi si distinsero negli anni tanto da accompagnare i grandi poeti Zizi, Masala e Pazzola nelle piazze.”
“Il canto a tenore” raccontano ancora “finisce proprio con Pattada. Qui, pur essendo in provincia di Sassari, abbiamo molti usi e costumi analoghi a quelli della Barbagia dove la tradizione dei tenores è ancora viva e forte. Nel circondario, i paesi in cui si canta a tenore oltre al nostro sono quelli del Goceano e poi Alà dei Sardi e Buddusò. A Ozieri, Tula e Mores invece cantano a chiterra quindi diciamo che i confini del canto a tenore finiscono proprio da noi. Ogni zona ha