Associazioni animaliste sul piede di guerra contro l'abbattimento dei cinghiali che vivono sull'isolotto di Spargi, all'interno del parco nazionale dell'arcipelago di La Maddalena. Le operazioni sono previste a partire da questo pomeriggio dopo essere state autorizzate da un'ordinanza del sindaco che ha imposto all'ente parco di procedere con l'uccisione degli animali selvatici, ritenuti pericolosi per l'uomo in seguito ad almeno sei episodi di aggressioni registrati dall'inizio dell'estate.

L'ultimo caso pochi giorni fa, quando un bambino di 9 anni è stato azzannato in spiaggia da un cinghiale. La Lndc animal protection ha inviato una diffida al sindaco per annullare immediatamente le operazioni di abbattimento dei cinghiali ibridi ritenuti pericolosi.

"Si sta ripetendo anche a Spargi l'ennesimo inutile spargimento di sangue, con provvedimenti violenti e non risolutivi", afferma Piera Rosati, presidente dell'associazione. "Nel provvedimento del sindaco si fa riferimento nello specifico a cinghiali particolarmente pericolosi, per cui non si comprende in base a quali criteri saranno stabiliti dai tiratori scelti per la mattanza di oggi i soggetti da abbattere", aggiunge l'avvocato di Lndc Michele Pezone, che sollecita "altri tipi di provvedimenti sul medio e lungo periodo per mettere al sicuro persone e animali".

Anche l'Enpa si oppone agli abbattimenti e appellandosi al sindaco di la Maddalena. "I cinghiali sono 'colpevoli' solo di essere stati avvicinati e disturbati dai turisti nonostante il divieto esistente di dar loro da mangiare - sostiene l'associazione -. Uccidendo gli animali, come fosse una vendetta, non si risolve nulla. Servono piuttosto una serie di interventi non cruenti e non improvvisati".