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Ieri sera, a Talana, con Massimo Pitzalis e il gruppo dello spettacolo “Reunion” abbiamo reso omaggio ad un grande artista, senza sapere che il giorno dopo ne avremmo dovuto ricordare la figura con cordoglio.
Al di là del suo ultimo viaggio, Giovannino Giordo resterà vivo in tutti quelli che lo hanno amato, incontrato e conosciuto, per la dolcezza del suo canto, per l’ironia delle sue canzoni, per la compagnia che ha tenuto a diverse generazioni di amanti della canzone sassarese.
Ho avuto la fortuna di ospitarlo nelle mie trasmissioni televisive con il Gruppo Ruseddu, altri grandi protagonisti del Folk sassarese, e di condividere con lui il palco del Teatro Civico di Sassari in occasione della scorsa edizione di Voci di Maggio.
Con Gigi Sanna avevamo inserito nel programma degli appuntamenti un evento interamente dedicato alla canzone identitaria sassarese di cui Giovannino Giordo è stato uno degli interpreti più grandi e rappresentativi.
La sua gentilezza, il suo garbo, hanno lasciato il me il piacere di quell’incontro: ascoltavo la sua voce mentre rincorreva le memorie che aveva imprigionato tra le note leggere che riportavano tutti negli angoli del centro storico di Sassari, tra gli odori di quegli anni che avevano accompagnato le storie di tanti protagonisti che avrebbero poi popolato i suoi racconti musicali.
Era nato a Sassari il 2 settembre del 1945, “coltivando la sua infanzia nelle “casermette” di Rizzeddu”, come ricorda Gavino Ruggiu nel suo libro di recente pubblicazione.
Aveva svolto la professione di artigiano edile per dedicarsi, con l’avanzare degli anni, alla gestione di un circolo ricreativo nel quartiere di Latte Dolce.
Con la complicità musicale di Antonello Usai, cantava le canzoni che scriveva e pur essendo un valido musicista, nei suoi concerti si faceva accompagnare da musicisti non stabili, anche se al suo fianco c’erano quasi sempre lo stesso Usai e Mauro Galleri.
Il suo Profilo Facebook, in queste ore di vuoto, è invaso da messaggi d’affetto e da ricordi di chi ha sorriso con le sue canzoni, di chi si è emozionato con la sua arte.
Un abbraccio forte e un grazie, per questa piccola parte della nostra grande storia che se ne va.
Giuliano Marongiu
Cagliari 3 maggio 2015