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Con la fantasia, e con un po' di follia, lo trasfigura e lo ribalta, lo dipinge e lo trasforma, prima di restituircelo "filtrato' da una sensibilità che si apre a nuove letture e soluzioni originali.
Angelo Carboni, il Maestro di Posada, ha vissuto la vita che ha voluto.
Con eccentricità e provocazione "viaggiava" contro corrente e faceva di se stesso la sua opera più rappresentativa.
Approdava nei diversi centri dell'isola in occasione delle sagre paesane o di Cortes Apertas, senza mai passare inosservato, con la barba bianca e il velluto che indossava, il bastone esibito come uno scettro, lo zaino arricchito da opere in miniatura che raccontavano la sua terra ancestrale.
Scolpiva, nel ricordo di chi incontrava, il suo modo di essere, così come a sua volta faceva con le pietre sarde a cui dava forme o con il legno che intagliava.
Mi aveva manifestato la sua simpatia e in tempi recenti, quando la salute aveva frenato i suoi ritmi ma non il suo entusiasmo, ci siamo scambiati segnali di presenza.
La notizia della sua scomparsa è arrivata all'improvviso, questa mattina, con dispiacere.
Penso ad Alice, la figlia, che ho conosciuto un paio di mesi fa nel Goceano.
Il “Maestro d’arte”, come desiderava essere chiamato e così come c’era scritto sulla sua carta d’identità, aveva una grande malinconia negli occhi e un cuore in rivolta.
Proprio come tutti gli artisti del mondo.
Giuliano Marongiu
(I funerali di Angelo Carboni si svolgeranno nella Chiesetta di Santa Lucia di Posada, domani 25 giugno alle ore 10.30)