Dalla “Prima volta in pubblico” (Lula, 14 agosto 1995) a “Mont'e Prama”, il canto “nuragico” dedicato ai giganti di Cabras. Da un ovile di Badde Manna, nelle campagne appena fuori Nuoro, alle piazze di tutta la Sardegna, e non soltanto. Un lungo viaggio in compagnia di grandi artisti come Pierangelo Bertoli, Roberto Vecchioni, Tullio De Piscopo, i Nomadi, Elio delle Storie Tese, Dolcenera...

Un viaggio che ora compie vent'anni. I primi vent'anni degli Istentales, l'intramontabile poprockband agropastorale barbaricina nata quasi per gioco due decenni fa e che ancora suona solo canzoni anche se indossa velluto e scarponi.

Una singolare avventura musicale raccontata in un libro fresco di stampa, Akentu!, sottotitolo: Istentales, le stelle della musica, scritto dal giornalista Luciano Piras. Un libro tanto insolito quanto originale: formato quadrato, carta patinata, copertina imbottita, 96 pagine ricche di fotografie e aneddoti, grafica accattivante.

«Un libro veramente intimo, intimo, intimo» commenta Gigi Sanna, il frontman barbudo del gruppo musicale che prende il nome da una costellazione, sos Istentales, appunto, Orione e Sirio insieme, riferimento sicuro dei pastori sardi, «un'istella mala a sich'andare».

Riferimento certo, da venti anni a questa parte, e «augurandende nessi nessi ateros chentu», nel panorama artistico isolano. Nonostante questa combriccola di cinghialetti armati di chitarre, tastiere e batteria, non sia mai riuscita ad approdare al Festival di Sanremo. Hanno vinto, invece, gli Istentales, il Festival di Napoli.

E soprattutto, Gigi Sanna, Luca Floris, Sandro Canova, Daniele Barbato, Davide Guiso e Tonino Litterio, e i turnisti che di volta in volta si sono alternati, hanno vinto la grande sfida dell'impegno sociale in prima fila, non soltanto con i testi e le musiche delle loro canzoni, ma anche con una serie di iniziative e progetti rivolti ai cassintegrati dell'Asinara piuttosto che ai minatori del Sulcis, ai terremotati dell'Abruzzo (indimenticabile Sa Paradura, la consegna di pecore ai pastori abruzzesi rimasti senza le greggi) come pure agli alluvionati sardi, ai detenuti reclusi nei penitenziari dell'isola e oltre piuttosto che ai minorenni ad alto rischio di devianza.

Tutto questo racconta il nuovo libro di Luciano Piras: Akentu!, con un cd allegato, Bint'annos, che raccoglie nove brani, Lacrimas de focu (con Elio delle Storie tese e Tenores di Neoneli), Stanno a guardare (con Dolcenera), S'Accabadora (con Danilo Sacco), Bint'annos, No potho reposare (tradizionale, con Pierangelo Bertoli e Coro Su Nugoresu), L'anno che verrà (tributo a Lucio Dalla, con Roberto Vecchioni), Mont'e Prama, Se questa è verità, Vorrei (canzone vincitrice del Festival di Napoli, con Anna Calemme).

contiene cd? 96 pagine?copertina cartonata imbottita

L'AUTORE

Luciano Piras è nato a Schwerte, Germania, nel 1972. Giornalista della Nuova Sardegna, ha pubblicato La favola del re storpio (Gallizzi 1999; Angelica editore 2007); Istentales. La musica dai cieli di Barbagia (2003), Lodè. Storia e storie (assieme a Giacomino Zirottu, 2004), Liberi dentro. Istentales: un tour nelle carceri (2010), I terroristi sono miei fratelli. Don Bussu, il cappellano che piegò lo Stato (Àndel@s edizioni, 2013). www.lucianopiras.com

Guarda il video di presentazione del libro sul blog di Luciano Piras @ddurudduru