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Filippo Murgia, 64 anni, sposato, tre figli, due nipoti più uno in arrivo. Artista senza esperienze di partito alle spalle, ma da sempre attivo in politica anche attraverso i suoi lavori artistici. E' candidato alla carica di sindaco di Oristano alle elezioni amministrative del 12 giugno, quando dovrà vedersela con Efisio Sanna, Massimiliano Sanna e Sergio Locci (qui la pagina dedicata alla tornata elettorale a Oristano).
Un commento sugli ultimi cinque anni di amministrazione a Oristano?
Tutto uguale al quinquennio passato, che è stato uguale al lustro precedente e così via. Da quando esiste l’elezione diretta del sindaco, ad Oristano, tranne una volta, è sempre andata così. Destra, sinistra, destra, sinistra. Oristano in pratica non è mai stata governata, ma amministrata alla bell’e meglio, cercando di scontentare il meno numero di persone, con un occhio puntato alle elezioni successive. D’altra parte chi non fa, non falla.
Quali sono i punti salienti del vostro programma?
Il nostro programma è pervaso di sociale. Dal ritorno alla gestione pubblica dei servizi, per riprendere il controllo delle risorse locali e della loro redistribuzione dando ai cittadini servizi a prezzi giusti e tutelando, nel contempo, i lavoratori impiegati, all’introduzione della moneta complementare che ovvierà alla carenza di liquidità e agevolerà scambi e pagamenti di tasse. Ancora, il progetto del mercato comunale, dov’è previsto anche un laboratorio di ceramica, nel quale si potranno tenere corsi per figolai ai cittadini dai 2 ai 100 anni. L’istituzione di un movimento di pressione sociale politica per salvare ospedale e centro di salute mentale. Presteremo attenzione alla sicurezza sulle strade e all’abbattimento delle barriere architettoniche; a frazioni e borgate abbandonate da lustri dalle varie amministrazioni che si sono succedute; alla istituzione di un vero centro sportivo. C’è poi un capitolo del programma, il 9, intitolato “Politiche Sociali e Familiari, Disabilità, Giovani e Anziani, Cultura e Istruzione”, dove abbiamo previsto un unico assessorato con due assessori che, seppur con competenze specifiche, lavoreranno in simbiosi. Potrei elencare tutti gli undici punti di cui si compone il capitolo ma penso sia più semplice andare sul sito del Comune dov’è pubblicato.
Pnrr un’opportunità straordinaria, come sfruttarlo per disegnare la Oristano del futuro?
Già il nome “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” non mi piace. Le risorse messe a disposizione dall’Unione europea, che dovrebbero rimettere in piedi un’economia volutamente distrutta dagli ultimi due governi nazionali con la complicità dell’Ue, è una presa in giro.
Che prospettive per le periferie?
Dipende da cosa s’intende per periferia. Se le periferie sono i sobborghi cittadini dico che parlare di periferia, come di centro, non ha senso. Non abbiamo previsto un capitolo specifico del programma in merito, così come non ce l’ha il centro storico. Siamo convinti che ogni intervento in qualsiasi parte della città porti benefici a tutta Oristano. Decoro urbano, abbattimento delle barriere architettoniche, una presenza più assidua della polizia municipale, riguardano tutta la città. Se per periferie s’intendono invece le frazioni e le borgate, da tempo abbandonate a se stesse, vogliamo istituire una commissione formata da cittadini lì residenti che dovrà evidenziare criticità e disservizi, e collaborare con l’amministrazione per la loro risoluzione.
Oristano città di storia e cultura, come investire sul turismo e renderla sempre più fulcro di un importante territorio?
Per incrementare il turismo è necessaria una seria pianificazione in collaborazione con i comuni vicini, per far crescere innanzitutto quello di tutto il territorio. Tale crescita avrà una ricaduta positiva su tutti questi comuni, in primis il nostro.
I concetti di “identità” e “tradizione” sono ripresi dal nome stesso della vostra lista. Cosa intendete fare per valorizzare questi aspetti?
Perché identità e tradizione? Perché la nostra città ha un’identità unica e inconfondibile della cui importanza pare che in pochi si ricordino. Vogliamo riportare questa identità al centro di ogni attività cittadina, sociale e politica. Tradizione non è solo Sartiglia, ceramica, mostaccioli e vernaccia, ma innanzitutto è il passato, la storia di Oristano, che per lo meno da 150 anni ad oggi, si è cercato di demolire assieme ad antiche vestige del passato, torri, mura medievali, porte d’ingresso alla città e chiese, in nome di un modernismo dietro al quale si celavano i sordidi interessi delle lobby che ad Oristano sono sempre state presenti. Lobby che si sono sempre servite, oltre che delle amministrazioni compiacenti, anche della così detta “intellighenzia” del proprio tempo. A molti signori si dovrebbe revocare l’onore di avere una via intestata.
Corsa a quattro per la carica di sindaco. Perché i suoi concittadini dovrebbero darle fiducia consegnandole le chiavi della città?
Perché da quando è stato istituita l’elezione diretta del sindaco ad Oristano c’è sempre stata, tranne che in un’occasione, un’alternanza tra i due principali schieramenti contrapposti. Quest’alternanza non è il bello della democrazia come sosterrebbe qualcuno, ma il brutto di quanto ha fatto l’amministrazione precedente, che anziché governare la città ha pensato di amministrarla alla meno peggio, con un occhio puntato alla successiva scadenza elettorale. Tra l’altro, i due principali schieramenti rappresentano quei partiti che attualmente appoggiano il governo nazionale e le sue scellerate politiche. Governo che si è macchiato di colpe che per il diritto internazionale vengono considerate crimini contro l’umanità.
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