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Tanta positività e un sorriso contagioso: Angelo Meloni, con semplicità, riesce a regalare questo e molto di più al proprio interlocutore. Filmmaker affermato a livello internazionale, ha partecipato a importanti campagne promozionali come quelle dell’Ichnusa, DJI, Sony e molte altre riuscendo a rendere celebre sua nonna, e la ricetta dei suoi Malloreddus, in giro per il mondo.
Il giovane algherese di 35 anni, oggi felicemente realizzato nella sua professione, è seguitissimo sui social (vanta un pubblico di oltre 50 mila followers su Instagram) con lo pseudonimo di Basso2012.
Angelo tu sei un filmmaker, ma di cosa ti occupi nello specifico?
“Promuovo enti del turismo come città, Paesi o destinazioni in generale o brand come la Sony, Manfrotto e altri che producono attrezzature per professionisti del settore. Ho iniziato a lavorare ad Alghero cercando sempre clienti internazionali.”
Da quanto tempo lo fai?
“Praticamente dalla nascita di Instagram, il mio nickname (Basso2012) deriva proprio da quel periodo e dalla mia passione per la musica; in particolare per lo strumento musicale che ho suonato per molti anni con i Canberra."
Quindi sei stato uno dei primi utilizzatori di quel social
“Esattamente. È divenuto un rituale ritrovarsi con gli amici, fare un’escursione in giro per la Sardegna e poi postare i contenuti su quella piattaforma. Dal 2015 è iniziata la voglia di scoprire il mondo e ho iniziato a viaggiare, anche da solo con uno zaino in spalla. Filmavo, fotografavo e iniziavo a promuovermi sino ad esser notato dai primi marchi. Capii presto che se fossi rimasto in Sardegna, e precisamente ad Alghero, mi avrebbero notato solo nelle zone limitrofe, quindi, decisi di spendere tutti (ma ti dico davvero tutti) i miei soldi in viaggi. Tutto ciò fu il giusto investimento che mi condusse alla campagna più grossa che ho realizzato, quella per DJI.”
Parli del video con protagonista tua nonna che prepara i Malloreddus?
“Esatto – ride - quel video (VEDI QUI) è divenuto talmente tanto virale che una volta arrivato a Dubai, dopo il “Piacere mi chiamo Angelo” mi rispondevano “Ma tu sei quello che ha fatto il video con la nonna?”. È stato stranissimo perché non immaginavo potesse arrivare ovunque, ma questo è il potere di internet. Quel video è frutto della pandemia, mi avevano chiesto di produrre un contenuto da casa ed è nata questa splendida collaborazione con mia nonna che ha generato più di un milione di visualizzazioni, più quel che mi ha portato dal punto di vista della crescita professionale.”
Ed è da quel video che hai avuto la crescita dei followers nella tua pagina Instagram?
“La crescita è stata progressiva ed è iniziata già da quando suonavo con i Canberra. Il fatto è semplice e risale nuovamente alla nascita di Instagram. Mentre io e io miei amici, come ti raccontavo, credevamo in questo strumento, capivamo sin da subito il suo grande potenziale e testavamo il social per capire come avremmo potuto guadagnare da tutto quello, le persone intorno a noi (soprattutto ad Alghero) ci prendevano in giro e ci dicevano che perdevamo tempo con “con quel coso”. Oggi, le stesse persone, fanno i social media manager. Alla fine, son contento che siano arrivati a capire che “quel coso”, oggi, è il mondo e un potente strumento di lavoro.”
Quindi, se Instagram non fosse mai stato creato tu oggi chi saresti?
“Sarei sicuramente un geometra ancora immerso in file interminabili in comune. Già praticavo ed ero iscritto alla facoltà di Ingegneria. Vivevo una vita indirizzata alla gastroenterite. Quando mi offrirono il lavoro a Dubai lasciai tutto. Posso affermare che i social hanno letteralmente stravolto la mia vita dandomi la grande chance di affacciarmi nel mondo.”
Cosa pensi che ti abbia differenziato nel tempo e nella tua professione rispetto ad altri tuoi colleghi?
“La paura dei no. Quando un cliente mi chiede, o anche in passato mi chiedeva, un lavoro io non ho mai avuto nessuna remora nel presentare il mio tariffario. Mi veniva spesso detto “Eh ma l’altro ha un prezzo più basso”, a me non interessa. E anche ai miei colleghi non dovrebbe interessare perché non bisogna avere paura di chiedere una cifra congrua per il proprio lavoro. Molti hanno questo timore, come in Sardegna anche qui dove abito ora. Se quel cliente ti dice no, non è il cliente per te.”
E tu invece? Hai una paura che ti accompagna e che non sei riuscito a sconfiggere nel tempo?
“Non la definirei una vera e propria paura. Io la chiamerei piuttosto incertezza sull’evoluzione del mondo digitale. Abbiamo visto l’onda Facebook, Instagram, YouTube, ora il Metaverse. Non immagino come si evolverà; alle volte mi chiedono “Come ti immagini tra dieci anni?” Non lo so, non ho idea. Io, dieci anni fa, non avrei mai pensato di potermi trasferire qui per fare quel che faccio. Non era tra i miei obiettivi però lo è stato negli ultimi due. Quindi, l’evoluzione del mondo digitale è curioso e interessante perché dovrò essere pronto al cambiamento.”
Tu sei pronto a vivere in giro per il mondo o sei uno di quei sardi legati da un elastico invisibile che li riporta sempre nella loro Terra?
“L’elastico di cui parli l’ho percepito negli anni durante i primi viaggi. Giravo e volevo sempre tornare a casa, ad Alghero. Nel 2021, però, è cambiato qualcosa. Sono andato a Dubai per una campagna e ho conosciuto il creatore di un importante community di viaggi nel mondo, Beautiful Destinations, che mi ha proposto di fare un’altra campagna pubblicitaria per Dubai Holding.
Da quella occasione, è nata la collaborazione con un hotel che mi ha chiesto di rimanere un anno con loro per la creazione di contenuti. A quel punto non solo ho apprezzato il luogo, ma ho anche notato le differenze con il nostro Paese: l’Italia è un mercato davvero poco accessibile per il mio settore. Concluso quell’anno, ho deciso di prendere casa e residenza a Dubai.”
Cosa non ti manca della Sardegna?
“Senza dubbio la realtà lavorativa dove il requisito principale non sono le competenze ma piuttosto le conoscenze. Senza quelle hai poche possibilità di lavorare. L’unica persona con cui non ho avuto questo tipo di problema è senza dubbio Mariano Mariani, il direttore del Parco di Porte Conte, con il quale è stato un vero piacere collaborare. È stata una persona disponibile e poco attenta alla “forma delle raccomandazioni” ed è un piacere cogliere l’occasione per ringraziarlo pubblicamente.”
Quindi hai notato poca meritocrazia?
“Non solo. Quando viaggio in giro per il mondo e dico che vengo dalla Sardegna in pochi la conoscono, alcuni si confondono e credono che arrivi dalla Sicilia. La nostra Isola è bellissima ma se non viene raccontata, le persone non la conosceranno e visiteranno mai. È assurdo che si facciano campagne per portare i sardi in altre località sarde. Le promozioni dovrebbero esser mirate all’estero.”
Tu hai avuto tanta forza e determinazione nel cambiare vita. Cosa consiglieresti a una persona che ha voglia di cambiare lavoro o luogo, ma crede di non poterlo fare?
“Ti racconto una storia dietro un mio video (VEDI QUI). Anni fa persi una persona molto importante nella mia vita. Quel fatto mi buttò giù, entrai quasi in depressione. Per affrontarlo cercai una botta di adrenalina: optai per un salto con il paracadute. Quell’esperienza mi portò successivamente a pensare a molte cose. Tra queste, il fatto che mi fossi sempre precluso quell'esperienza per il timore delle montagne russe e del vuoto che provocano le discese su di esse; beh, dopo aver fatto il salto, ho pensato a come molte volte rinunciamo a delle occasioni, dei lavori, dei viaggi o delle esperienze perché ne abbiamo paura pensando e focalizzandoci solo sulle parti più negative. In realtà, quel salto, può trasformarsi (come poi è stato nel mio caso) nell’esperienza più bella della nostra vita.”