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Gli apicoltori isolani hanno lanciato un appello alla Regione, a causa della diminuzione del prezzo del miele per le importazioni a basso costo da Cina e Ucraina e danni subiti delle recenti ondate di calore, che già nel 2023 avevano portato alla perdita di circa 5.000 alveari in Sardegna: senza interventi di aiuto, il settore rischia una crisi irreversibile.
Tutte le associazioni della Commissione apistica della Sardegna hanno già richiesto un intervento urgente con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio regionale Piero Comandini e all'assessore dell'Agricoltura Gianfranco Satta. "Il settore apistico - spiega Francesco Caboni, presidente della OP Terrantiga e vicepresidente della associazione nazionale Miele in Cooperativa - è considerato strategico per la tutela dell'ambiente e della biodiversità e la Sardegna è tra le prime regioni italiane ad aver ideato una legge dedicata al comparto, impegnandosi, almeno formalmente, a stimolarne lo sviluppo e tutelarne la sopravvivenza. Tuttavia, il mancato coinvolgimento delle associazioni apistiche nelle discussioni sugli aiuti al settore, nonché la ridotta entità degli interventi finora introdotti, ha reso indispensabile un appello urgente alle istituzioni regionali. Ulteriore motivo di rammarico è che oltre un terzo delle risorse, pari a quasi 10 milioni di euro, non sono state ancora assegnate".
Le associazioni chiedono che venga introdotto un sostegno concreto, simile a quanto già attuato in altre regioni italiane come il Friuli Venezia Giulia, che ha "stanziato un contributo di 70 euro per alveare, contro i soli 10 euro stanziati dalla Regione Sardegna". Le associazioni attendono una risposta rapida. "Senza un intervento immediato, il settore rischia un'ulteriore contrazione, con conseguenze negative non solo per gli apicoltori, ma anche per l'ambiente e l'economia locale nel suo complesso".