Ci sono allenatori che passano alla storia per le loro imprese insperate, per le loro gesta, per il saper distinguersi dalla massa grazie a doti umani e tecniche fuori dal comune. Di questa categoria fa parte Claudio Ranieri, capace di raggiungere traguardi favolosi, e raggiungendo l'apice con l'incredibile trionfo in Premier League alla guida del Leicester. La storia del tecnico capitolino è profondamente legata anche a quella del Cagliari, società che lo lanciò nel grande calcio e con cui ha chiuso la sua carriera da allenatore di club.

Lo ha fatto a modo suo, in grande stile, prima riportando i rossoblù in Serie A, dopo una scalata trionfale, poi ottenendo la salvezza l'anno successivo. Proprio l'annata della promozione in massime serie incarna una delle stagioni più rappresentative della personalità di Ranieri, uomo di cuore e gruppo, capace di entrare nella testa dei suoi giocatori e convincerli di poter portare a termine imprese apparentemente impossibili. Quell'anno il tecnico prese in mano un Cagliari disastrato, sedendo sulla panchina a dicembre e succedendo a Liverani che aveva lasciato la squadra al 14esimo posto. Con 35 punti in 19 partite Ranieri ottenne il quinto posto consentendo al Cagliari di conquistare i playoff, che sarebbero poi culminati col successo al cardiopalma in casa del Bari.

Ripensando a quella magica serata, Simone Aresti, quell'anno secondo portiere dei sardi, ha rivelato a "Di Tutto un Podcast", un interessante retroscena che mette in luce la "visionarietà" del tecnico di Testaccio. "Il piano di battaglia di mister Ranieri (per la sfida col Bari ndr.): tu ti aspetti che il mister dica, 'Oh, mi raccomando andiamo tutti all'attacco, sfondiamo!', e invece ci disse: 'Ragazzi, primo obiettivo non prendere gol, per 80 minuti stretti e compatti, non prendiamo gol. All'80' metto i giocatori offensivi, loro si cagano addosso perché 60mila persone non le reggono e noi la vinciamo'".

E così è stato, racconta ancora l'ex portiere: "Loro hanno fatto una bellissima partita, ma all'80esimo eravamo ancora 0-0. Ranieri mette i giocatori offensivi, loro si cagano addosso, perché il Bari era un'ottima squadra ma non aveva la personalità per reggere quella pressione, e vinciamo la partita. Esattamente come ce l'aveva già raccontata nel prepartita- Lui l'aveva già vista, folle: un Dio!", ricorda sorridendo.

E rincuora gli avversari usciti sconfitti: "Il contraccolpo mentale è stato terrificante per loro. Ci sono passato nel Cagliari quando siamo retrocessi, lo capisco e mi dispiace. Però gli posso dire che dove il calcio ti toglie poi ti ridà con gli interessi".