Sono 14 le persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti , traffico e cessione di stupefacenti e detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, nei confronti delle quali i Carabinieri del Ros di Milano hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano su richiesta della Dda.

I provvedimenti scaturiscono dagli esiti di una attività investigativa condotta dal Ros di Milano a partire dal 2021 e sono un seguito di quelli eseguiti il ​​26 aprile 2023, nell'ambito di una più ampia operazione che aveva visto protagonisti anche i Carabinieri di Corsico, la Polizia penitenziaria del carcere di Opera e lo stesso Reparto Anticrimine: era stato eseguito un fermo di indiziato a carico di otto componenti di un gruppo che spacciava nel quartiere Barona di Milano. Il gruppo aveva anche armi da fuoco custodite da persone compiacenti all'interno di locali pubblici. L'associazione alimentava un canale di smercio diretto in Sardegna, in particolare nella provincia di Olbia , dove la droga arrivava nascosta a bordo di camion: sono state ricostruite sei cessioni di stupefacente, ciascuna di cinque chili di cocaina, per un valore complessivo di circa un milione di euro.

Tra gli arrestati figura anche Matteo Ardolino, indicato nell'informativa alla base dell'ordinanza di custodia cautelare " soggetto vicino a Vittorio Boiocchi, capo della Curva nord dell'Inter, assassinato a colpi di pistola in un agguato nell'ottobre del 2022 " . Nello spiegare le esigenze di custodia cautelare il gip sottolinea che tra gli indagati almeno due sono " soggetti aventi disponibilità di armi e facenti parte di ambienti criminali delle curve " dello stadio. Un altro, in un'intercettazione del 3 giugno del 2022, raccontava di "essere stato uno dei fondatori della "Fossa del leoni" del Milan e che poi, per conto di un altro indagato, "aveva preso parte a delle azioni di forza, forse anche con l'uso delle armi, finalizzate a prendere il controllo della curva sud" del Milan eliminando la "Fossa dei leoni".

" Gli ho fatto un favore a lui sono andato e pum, pum, pum e me ne sono andato ma avevo vent'anni ", raccontava. Tra gli arrestati tre componenti della famiglia Calajò, già al centro di precedenti indagini. Luca Calajò è ritenuto il capo dell'organizzazione che era composta anche da donne, una soprannominata La Bionda nera", l'altra "Pocahontas". C'erano poi "Franco il bello" e "Massimino spara spara".