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Un dirigente di un museo della capitale è stato assolto dalle accuse di molestie di sessuali scaturite dalla denuncia di un dipendente .
La giovane donna, assunta in un museo di Roma, ha accusato un suo dirigente perché, secondo quanto sostenuto dall'accusa, a tre mesi dall'inizio del lavoro l'uomo avrebbe iniziato a metterla in difficoltà con frasi fuori luogo e domande a sfondo sessuale che avrebbero avuto il solo scopo di imbarazzarla, poi “ la bloccava in un angolo e le palpeggiava come al solito fianchi, schiena e pancia dicendo 'dai fammi toccare ancora un po ' … ” .
In seguito, nonostante i tentativi di scoraggiarlo, come riporta il Corriere della Sera, il 20 maggio 2019 il dirigente l'avrebbe aggredita dopo averle chiesto di aiutarlo a prendere dei cataloghi in magazzino: “ L'uomo la afferrava da dietro e iniziava a palpeggiarle i fianchi e la pancia quindi, appoggiandosi a lei, le sniffava i capelli e sussurrava ansimando … ” .
Alla base dell'assoluzione del presunto molestatore ci sono le dichiarazioni dei testimoni che non hanno confermato il racconto della ragazza, ma anche il fatto che “alla luce di tutte le considerazioni qui svolte non si può escludere che la parte lesa, probabilmente mossa dai complessi di natura psicologica sul proprio aspetto fisico (segnatamente il peso) abbia rivisitato inconsciamente l'atteggiamento dell'imputato nei suoi confronti fino al punto di ritenersi aggredita” .
La giudice che si è occupata del caso è la stessa che ha assolto il bidello per la “ palpatina breve ” ad una studentessa.