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Un'attenta riflessione su cinque nuclei problematici per la Sardegna: Lingua (e Scuola), Turismo, Industria, Basi militari, Ambiente.
La fa Bachisio Bandinu nel suo ulltimo libro Noi non sapevamo (Il Maestrale), saggio scritto in italiano e in sardo, che sarà presentato domani, martedì 5 luglio a Fordongianus, nella quarta edizione di Éntula, il festival letterario diffuso organizzato dall'associazione Lìberos.
Appuntamento alle 19, nell'area Simposio Località Caddas (vicino alle Terme Romane), con il giornalista della Nuova Sardegna Pier Luigi Piredda.
NOI NON SAPEVAMO. Nois no ischiamus / Nosu no isciemus / No sapìami (Testo italiano e sardo logudorese/campidanese/gallurese). In ritardo nel leggere i segni dei tempi per fare scelte convenienti. Incapaci di valorizzare le proprie risorse che altri sfruttano a loro profitto. Basta osservare soltanto gli eventi decisivi degli ultimi cinquant’anni per fare una dolorosa constatazione: noi sardi non sapevamo! Non sapevamo che nel turismo il vero capitale non è tanto l’investimento finanziario quanto la qualità del bene ambientale. Noi non sapevamo quale lascito di inquinamento, malattie e disoccupazione avrebbe portato l’industrializzazione petrolchimica. Oggi, noi sappiamo quali scelte fare negli investimenti economici e culturali? Parrebbe proprio di no, dato che l’ambiente non viene visto come la risorsa fondamentale per la crescita della Sardegna. La sfida decisiva per la Sardegna oggi è la conoscenza, l’intelligenza delle scelte, la capacità di leggere la cifra del proprio tempo nel confronto con la globalità. È fondamentale innalzare i livelli dell’apprendimento-insegnamento scolastico e della formazione professionale: è tutta la società sarda che deve “andare a scuola” per poter fare scuola. Il nuovo libro di Bandinu indica questa e altre vie ragionando su cinque nuclei problematici: Lingua (e Scuola), Turismo, Industria, Basi militari, Ambiente.
Bachisio Bandinu è nato a Bitti nel ’39. Intellettuale, pubblicista e studioso di cultura popolare, dopo la laurea in Lettere si è diplomato in giornalismo e radio televisione presso la Scuola delle comunicazioni sociali dell'Università Cattolica di Milano. È stato collaboratore del Corriere della Sera e direttore de L'Unione Sarda. Fra i suoi numerosi libri, "Il re è un feticcio" (Rizzoli, 1976, con Gaspare Barbiellini Amidei), "Costa Smeralda" (Rizzoli, 1980), "Lettera a un giovane sardo" (Della Torre, 1996), "Il quinto moro. Soru e il sorismo" (Domus de Janas, 2007, con Salvatore Cubeddu); "Pro s’indipendèntzia" (in sardo e italiano; Il Maestrale, 2010).