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L'operazione dell'acquisto del Palazzo di Sloane Avenue 60, a Londra , " ha determinato un danno alla Segreteria di Stato fra i 139 milioni ei 189 milioni di euro , a seconda degli scenari da prendere in considerazione ".
Il promotore di giustizia Alessandro Diddi ha reso pubblico quanto emerso dal conteggio avvenuto nella seconda giornata (su sei) della sua requisitoria al processo in corso in Vaticano .
" Questo è il risultato di questa brillante operazione: una voragine enorme, per di più fatta in spregio alle regole della costituzione apostolica Pastor Bonus sulla Curia romana e alle norme del Codice canonico ", ha dichiarato Diddi.
" La requisitoria di oggi ha dimostrato la totale assenza di linearità dell'accusa che nel tentativo di difendere la propria indagine contro il cardinale, franata durante il processo, ha omesso prove e contestazioni per dare spazio a suggestioni e giudizi etici e moralistici anche sulle modalità con le quali il cardinale si è difeso. Verrebbe da chiedersi a cosa siano servite 63 udienze …", sono state le parole dei legali del cardinale Angelo Becciu Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione.
"Si insinua addirittura che il cardinale fosse in grado di condizionare l'informazione per delegittimare l'indagine. Davvero paradossale. Il cardinale infatti ha subito per oltre due anni una pesantissima gogna mediatica senza precedenti. E per molti mesi alcuni giornali hanno sfigurato l'immagine del cardinale con accuse che non hanno riguardato neanche l'indagine. Poiché siamo alla fiera del paradosso da un lato si accusa il cardinale di non aver consentito che 'si mettesse il naso' nei conti, riservati, della Segreteria di Stato, dall'altro quella stessa trasparenza viene messa in secondo piano quando non si offrono alla difesa e al processo i numerosi elementi coperti da omissis. È il caso dei noti messaggi inviati dall'amica di mons. Perlasca sul cellulare del promotore dopo la burrascosa deposizione del prelato in Aula. In ogni caso un dato è certificato: anche sull'operazione del palazzo di Londra nessuna 'regia' del cardinale, che si limitò solo a ratificare la proposta pervenuta dall'ufficio diretto da mons. Perlasca nell'interesse esclusivo della Santa Sede", hanno concluso i difensori.