Dal 9 all'11 gennaio, al Teatro Massimo di Cagliari, andrà in scena Brutto, produzione del Teatro Filodrammatici. Lo spettacolo racconta le disavventure di un inventore, a cui viene imposto di non partecipare alla convention di presentazione di un suo brevetto perché è...brutto.

Troppo brutto per reclamizzare il prodotto da lui creato. Anche la moglie, messa alle strette, gli confessa che effettivamente lo ha sempre trovato inguardabile. Una situazione impossibile da reggere, alla quale lo sventurato decide di porre rimedio con un intervento chirurgico drastico: ricostruzione totale della propria faccia, per renderla più attraente.

L'operazione riesce alla grande. L'uomo diventa assai piacente e...ne vedremo di tutti i colori. Brutto ci riserverà tante belle sorprese. 

Il nostro collega Francesco Mattana ha assistito alla prima nazionale a Milano, nel 2013. Riproponiamo la recensione, molto positiva, che scrisse in quell'occasione.

 

BRUTTO
Di Marius von Mayenburg

Produzione: Teatro Filodrammatici
Regia: Bruno Fornasari
con: Tommaso Amadio, Mirko Ciotta, Michele Radice, Valeria Perdonò
Scenografia: Erika Carretta
Costumi: Erika Carretta
Luci: Andrea Diana

Orari spettacoli:
Venerdì, 9 Gennaio, 2015 – 21:00
Sabato, 10 Gennaio, 2015 – 21:00
Domenica, 11 Gennaio, 2015 – 19:00

Sala Minimax

Traduzione di Umberto Gandini
Assistenti alla regia Riccardo Buffonini Giuseppe Salmetti

 

Da www.saltinaria.it

L’opinione pubblica, che spesso si interroga sull’utilità dei classici greci e latini nell’epoca 2.0, dovrebbe dare un’occhiata a certe perle di saggezza partorite da quelle menti così vulcaniche dell’antichità. Il più grande di tutti, Aristotele, aveva già intuito che “la bellezza è la miglior lettera di raccomandazione”. Verissime, le parole dello Stagirita, ma forse Ovidio coglieva ancor più nel segno sottolineando che “la bellezza è un bene fragile”.

Marius von Mayenburg - il drammaturgo creatore di Brutto, portato in scena alFilodrammatici fino a domenica scorsa - è un ragazzo colto (ha 41 anni, quindi nell’Europa che invecchia va inserito di diritto tra i giovanotti), di buone letture e spiccata sensibilità. Il discorso su realtà e apparenza -già ben chiaro ai pensatori di cui sopra - lo ha interiorizzato alla grande, e si vede.

Il talento dell’autore di Monaco di Baviera è assodato da diversi anni. Vale lo stesso per i protagonisti di questa prima nazionale a Milano: da anni sfoderano una padronanza scenica decisamente inusuale nel panorama generale. E siccome quelli bravi si distinguono proprio per la voglia di mettersi continuamente in gioco, hanno accettato questa nuova sfida niente affatto semplice.

Una riflessione convenzionale sulla società delle apparenze può farla chiunque, anche nel bar sotto casa l’alticcio avventore potrebbe tirar fuori dei pensieri niente male; la differenza è quando un gruppo molto affiatato decide di scavare più a fondo nella faccenda, e lo fa senza appesantire l’uditorio. Perché questo avvenga ci vogl