PHOTO
Unite al coro di protesta organizzato da centinaia di ragazzi universitari e partito da piazza Garibaldi, si sono ritrovate in piazza Gramsci, ieri sera, alcune migliaia di persone che hanno nuovamente voluto sfilare per le vie principali del capoluogo sardo, partecipando ad una manifestazione che quale tappa principale ha segnato la sede della RAI di viale Bonaria al grido di "verità". In quella sede alcuni giornalisti hanno ascoltato le rimostranze dei manifestanti e accolto uno sparuto gruppo di essi, i quali dopo aver stilato un documento riassuntivo delle ragion d'essere di queste proteste, hanno spiegato di non essere persone violente o facinorose, ma semplici padri di famiglia che "il sabato sera vorrebbero fare altro, non manifestare". Professionisti, intellettuali, avvocati, insegnanti, sanitari e operai, cosi come la democrazia richiede.
La manifestazione si è poi conclusa con una fiaccolata sotto le scalinate del santuario di Nostra Signora di Bonaria, quasi ad invocare il suo aiuto, pregando che la vergine santissima riesca ad illuminare le menti di chi in questo triste periodo storico fa di tutto per allargare le spaccature tra gli individui, seminando odio, anziché quella pace auspicabile per la vera salute della specie umana. Scopo della manifestazione, ovviamente, la contrarietà al green pass strutturato sul modello del vaccino praticamente obbligatorio e dunque la richiesta di libertà di scelta su cosa fare del proprio corpo. Un diritto alla libertà individuale per il quale i nostri nonni e bisnonni hanno lottato, e sancito non solo dal diritto italiano, ma scritto a chiare lettere su costituzioni, convenzioni e risoluzioni che il mondo civile considera da decenni intoccabile ed irrinunciabile e che oggi invece rischia di essere inghiottito in nome del "Dio Denaro".
Abbracciando, a tal fine, forme di discriminazione di persone che non vogliono sottomettersi al volere di chi sta facendo incetta di quel Dio, utilizzando tecniche del terrore e disseminazione dell'odio per arrivare al "budget" prefissato. Un busness che, con la tecnica del nuovo vaccino RNA messaggero, promette di far realizzare grandi ricchezze mai viste neppure nell'antica Cina del grande Kubilai Khan di Marco Polo. Questo farmaco di nuova generazione infatti, sembrerebbe sia prodotto con delle sequenze, modello fotocopiatore, che permetterebbe dunque a fronte di un costo insignificante, lauti guadagni sul mercato dell'uomo futuro: un vaccinato per ogni variante.
Un affare da mille e una notte che necessita, per una perfetta riuscita, della accondiscendenza generale, la quale per diventare tale viene sistematicamente preceduta da forti dosi di terrore distribuito in pillole quotidiane attraverso i media. Una storica speculazione, mascherata dal pretesto della salute pubblica e sostenuta, oltre che da alcuni degli esperti della cosiddetta "scienza", anche da esponenti politici di basso spessore e ancor più basso attaccamento alla nazione che rappresentano. Delle volte, purtroppo per noi, ricoprono importanti cariche del nostro ordinamento giuridico e parlano nelle tv di stato seminando odio e divisioni, spesso anche tra i componenti della stessa famiglia: "Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione", oppure: "l'appello a non vaccinarsi è l'appello a morire" , o ancora più diretto: "chi non si vaccina muore".
Frasi che se non fossero reali sembrerebbero fuoriuscite da un film di fantascienza o, per alcuni di orrore, ma che vengono rimbalzate o personalizzate da altri esponenti meno importanti che, partecipando ai vari salotti televisivi, dimostrano poco senso democratico, oltre che ignoranza giuridica e incompetenza medica, affermando con una buona dose di cinismo che "alla gente certe informazioni non si possono dare" e dichiarando di voler imporre la vaccinazione obbligatoria per tutti senza se e senza ma. Dimenticando che anche le sentenze della corte costituzionale che l'hanno in passato consentita, riguardavano vaccini testati da decenni e da inoculare per virus che non mutano la propria molecola.
Ecco che allora, amici e lettori, dovremo unirci tutti al coro dei manifestanti, per chiedere un'informazione più coerente e vicina alla realtà, la quale ci aiuti a capire meglio se la cura sia peggiore del male o viceversa, a indagare sulle strade alternative non percorse o percorse in maniera insufficiente, ovvero a stigmatizzare la mancanza di contraddittorio che oggi latita nelle nostre principali testate. Un appello a rinunciare ai privilegi concessi dal rango di servitori, che alla lunga non pagano sotto il profilo dell'onore e della affidabilità, ma soprattutto non ci difenderanno quando saremmo sul banco degli imputati del giudice coscienza.
Or dunque, non sia fatta la volontà del signore denaro e tentino gli imprenditori senza scrupoli, i politici, i virologi da sfilata, i sacerdoti televisivi, commissari e i direttori, ma anche le persone più semplici, di porre sulla bilancia della loro coscienza anche il rispetto delle personali scelte del prossimo, ricordando che in molte delle nostre parole si nascondono le gocce che scavano la roccia e potrebbero, senza saperlo, inondare il mondo di nuovo odio e cattiveria che pensavamo dimenticate.