Esprimere dissenso rispetto al ddl sicurezza e chiedere di poter manifestare liberamente a favore del popolo palestinese: sono i motivi che hanno portato questo pomeriggio centinaia di persone in piazza a Cagliari, per un corteo proseguito in serata nelle vie del capoluogo sardo.

Non la manifestazione dedicata esclusivamente al sostegno della Palestina quindi, spostata invece a sabato 12 dopo lo stop arrivato dalla questura.

L'appuntamento era stato annunciato sui social network da Retza de is istudiantes, a Foras, Unigcom, assemblea Palestina Sassari e Unica per la Palestina e fissato alle 17 in piazza Garibaldi.

Il programma prevedeva una camminata pacifica per via Garibaldi, piazza Costituzione, via Manno, piazza Yenne, Largo Carlo Felice, via Crispi, con termine in piazza del Carmine.

Non tutto è filato liscio però per i manifestanti. "Noi abbiamo iniziato a camminare, eravamo in piazza Garibaldi e ci dirigevamo verso via Manno. Arrivati all'inizio della via si è presentata la Polizia in tenuta antisommossa, e ci sono venuti incontro. Ci hanno spintonati con gli scudi per bloccarci il passaggio. Io e altri abbiamo cercato di difenderci e abbiamo provato a proseguire nel percorso, ma siamo stati buttati a terra, e picchiati mentre eravamo già sdraiati. Io ho ricevuto colpi di manganello sull'occhio e percosse varie", racconta uno dei giovani rimasti feriti negli scontri.

Ma i partecipanti al corteo non si sono arresi e "pacificamente, quando ci bloccavano la strada, cambiavamo via e continuavamo a camminare, cercando di portare avanti la nostra protesta", ha spiegato uno dei presenti.

"Il disegno legge 1660 è liberticida, da stato di polizia. decreto agevolato da un'opposizione parlamentare silente, che negli anni precedenti ha dato il via libera a queste nuove norme, che seguono la scia dei decreti Minniti e Salvini, e superano il fascismo del decreto Rocco. Come antifascisti riteniamo che tale decreto colpisca la genesi della lotta nella sua totalità andando a ledere il diritto di protesta, in particolare le manifestazioni contro la guerra (a cominciare da quelle contro il genocidio a Gaza), e quelle contro la costruzione di nuove basi militari, i picchetti operai, le proteste contro le grandi opere, le manifestazioni e i presidi contro la speculazione energetica e per il diritto all'abitare", era quanto scrivevano gli organizzatori nel comunicato che annunciava l'evento.