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Il terrore (terrorismo?) ha colpito di nuovo. Al cuore di un paese avanzatissimo e libero: la Svezia. Come leggere quest’attentato? Come legarlo alle preoccupazioni per il nostro Paese? Intelligence, prevenzione, controllo del territorio, ricerca del dialogo con la parte illuminata dell’islam (che volenti o nolenti durerà decenni) sono gli elementi irrinunciabili di un’efficace strategia contro il terrorismo.
L’attentato di Stoccolma, assieme a quelli precedenti di Nizza, Berlino, Londra, ecc., fa sorgere il dubbio che l’Occidente non sia ancora consapevole (non voglia?) di dover attivare gli anzidetti elementi. Vengono colpiti paesi che, per certi versi, apparivano improbabili obiettivi e nello stesso tempo si percepiscono venti di guerra attraverso operazioni che, certamente, indeboliscono l’apparato militare dell’IS o di qualche dittatore mediorientale (vedasi: attacco missilistico americano in Siria di giovedì scorso), ma non garantiscono per nulla la stabilità futura del Medio Oriente, senza che siano accompagnate da un paziente e difficile lavoro d’intelligence e dialogo. Per non parlare, poi, del rischio di incrinare i rapporti tra, e con, le potenze della regione. Ad esempio l’Iran, che mira a costruirsi una posizione di leadership in funzione anti israeliana, e che quindi potrebbe sfruttare l’attacco americano per giustificare l’aggressione contro obiettivi americani in Siria o Israele.
Per quanto riguarda l’Italia, al momento non sono emersi collegamenti con l'attentato di Stoccolma. Tuttavia, il nostro paese dovrà fare i conti con una minaccia sempre più difficile da decifrare, con i camion e le auto usati come arma da chi vuole seminare il terrore. Al Viminale si è tenuta una riunione straordinaria del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa) presieduta dal capo della Polizia Franco Gabrielli, per fare il punto e analizzare le informazioni provenienti dalla Svezia ma, soprattutto, per riaffermare il bisogno di sensibilizzare al massimo tutti gli apparati di intelligence e antiterrorismo e tutti i servizi per il controllo del territorio. Il Ministro dell’Interno Marco Minniti ha ribadito che la minaccia è "«[…] sempre più imprevedibile», ergo: è quasi impossibile riuscire a prevenire azioni che, proprio per le modalità di realizzazione, richiedono di solito una pianificazione minima se non nulla. Sulla stessa linea del Ministro si è espresso financo il presidente del Copasir Giacomo Stucchi: «Siamo ben consapevoli di trovarci di fronte ad una minaccia multiforme e imprevedibile».
Ad ogni modo, al Ministero assicurano che le misure possibili sono già state messe in campo da mesi. In vista della Pasqua verranno adeguati i piani di controllo e riqualificati gli obiettivi sensibili (Vaticano, vari luoghi di culto cattolici ma, anche, a tutte le aree dove è previsto un grande afflusso di persone). I comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica locali avranno il compito di individuare gli obiettivi ed, eventualmente, predisporre le necessarie misure di sicurezza. In determinate situazioni, le autorità potranno vietare totalmente la circolazione ai camion, come peraltro è stato fatto in occasione delle celebrazioni del sessantenario dei Trattati di Roma. Una cosa è certa: scopo del terrorismo è provocare il terrore tra la popolazione. Al momento, a quanto pare, l’unica cosa che possiamo fare è imparare a convivere con questa drammatica prospettiva.