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Si susseguono voci di grande interesse sul funzionamento dell’ospedale sulcitano. Verrà potenziato o chiuso? È questa la domanda che si pongono i capigruppo del M5S e di Articolo Uno di Carbonia, Gianluca Lai e Matteo Sestu che, in una nota, esprimono preoccupazione per quello che sarà il futuro del Sirai.
“Alcuni giorni fa - spiegano - sembrerebbe che sia stata fatta una videoconferenza con anestesisti, vincitori e vincitrici del concorso indetto dall’ARES. Ci si sarebbe aspettato dall’ARES una scelta di tutela delle periferie e una capacità di indirizzare chi ha vinto il concorso nelle aziende con più sofferenza, invece si è semplicemente chiesto a chi ha vinto di scegliere dove operare, principali scelte sono state Cagliari e Sassari: tutto legittimo nella prospettiva della scelta personale ma non in quello della tutela di un servizio sanitario accessibile e fruibile anche da chi vive lontano dai centri più grandi dell’Isola, ovvero la maggioranza della popolazione sarda. Le informazioni che abbiamo dicono che anche una larga fetta di chi era precario a Carbonia e sia passato di ruolo abbia scelto di andarsene (entro 45 giorni): da 22 anestesisti disponibili ne resteranno 8 a Carbonia e 6 ad Iglesias. Con questa disponibilità di personale specialista non potrà mai essere garantita l’emergenza/urgenza né gli interventi programmati, che subiscono variazioni e tempi lunghi già ora”.
Sembrerebbe in pericolo anche la sorte del laboratorio analisi: “Continuano a rincorrersi voci sullo smantellamento del laboratorio, con trasporto di macchinari importanti da Carbonia ad Iglesias - scrivono i consiglieri - crediamo sia più realistico pensare che a Carbonia si stia lasciando un laboratorio “proforma”, per così dire, non funzionale a Carbonia e al basso Sulcis, per poi trasferirlo in maniera definitiva ad Iglesias. Vorremmo chiarimenti certi e supportati da fatti e delibere, che possano certificare lo stato dell’arte”.
Poi i capigruppo esprimono preoccupazione per il Pronto Soccorso di Carbonia: “Ci viene ripetutamente riferito di uno stato permanente di congestione e sovraccarico di lavoro dovuto anche al fatto che il reparto di Medicina Generale, nonostante i proclami fatti, non ricoveri più di 14 pazienti totali, probabilmente a causa della carenza di personale. Anche questo ha del paradossale: aver ripristinato il reparto di Medicina Generale (senza un vero reparto Covid) a questo regime di funzionalità, implica creare un disagio e un disservizio, che portano a disaffezione, di un’emergenza inaudita”.
“Tutto questo ci mette in allarme – continuano - sembra chiaro un quadro in cui evidentemente si è deciso che il Sirai debba essere drasticamente ridimensionato, e che l’ospedale cosiddetto “unico” debba essere fatto da altre parti, senza che lo si dichiari esplicitamente. Non è più tollerabile che non ci siano disposizioni e atti certi, messi nero su bianco. Vogliamo atti certi e vincolanti che definiscano il DEA di 1° livello complementare e i servizi annessi, servono atti chiari con cui poter sorvegliare il presidio della sanità del territorio. Auspichiamo che queste voci vengano presto smentite. Siamo ancora in attesa che la “Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare permanente” emani gli indirizzi da fornire ai direttori generali delle ASL perché adottino gli atti aziendali. A quasi due anni dall’entrata in vigore della Legge n. 24 di riordino del sistema sanitario regionale e a sei mesi dalla nomina dei direttori generali delle nuove ASL, queste si trovano nell’impossibilità di operare a pieno regime - concludono - i risultati sulla sanità di questo Governo regionale meritano una condanna ferma e trasversale di tutte le forze politiche e un cambio di rotta netto e veloce o il collasso sarà irreversibile sulla presentazione di una mozione, che si allega, per impegnare la Giunta a prorogare l'esenzione dal pagamento del suolo pubblico, per attività quali bar e ristoranti, per l'anno in corso”.