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Gli agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Uta, insospettiti dall’atteggiamento di una donna che durante le operazioni di controllo propedeutiche all’ingresso nell'istituto ha dimostrato nervosismo, l'hanno tenuta sotto controllo durante il colloquio, sorprendendola mentre con un gesto repentino ha cercato di cedere un involucro al compagno contenente circa 15 grammi hashish.
La notizia è stata resa nota dal segretario generale della UIL PA Polizia Penitenziaria della Sardegna Michele Cireddu, che ha commentato: "Nonostante le gravi difficoltà in cui gli agenti sono costretti a lavorare dimostrano quotidianamente di essere sul pezzo. La lotta all’introduzione di sostanze stupefacenti negli istituti, almeno per la Polizia Penitenziaria, non si ferma ed è importante notare anche il più piccolo dettaglio per stroncare il tentativo di traffico. Sono importantissime le indagini info-investigative e il personale opera con la massima concentrazione. L’Amministrazione invece a nostro avviso potrebbe dimostrare la stessa caparbietà nell’impedire i traffici di sostanze illecite, prevedendo in ogni istituto penitenziario di grandi dimensioni un nucleo cinofili fornendo inoltre al personale apparecchiature idonee".
"Se tali sostanze fossero state introdotte non è difficile ipotizzare che avrebbero potuto creare effetti devastanti, soprattutto perché la maggior parte dei detenuti soffre di gravi patologie - e conclude Cireddu -. Al personale operante va il plauso di tutti i livelli della UIL auspicando che anche l’amministrazione riconosca la grande capacità operativa".