La sua carta di identità conta 93 primavere e la sua carriera artistica, 1300 canzoni scritte e interpretate in otto lingue in oltre 70 anni di carriera, parla da sola.

Charles Aznavour ha ancora tanta voglia di cantare e lo spettacolo del Forte Arena ne è una dimostrazione. La sua voce è ancora capace di regalare emozioni e come un direttore d'orchestra, guida la sua orchestra spostandosi lungo tutto il palco.

In un concerto senza interruzioni, la canzone di apertura è “Les Emigrantes”, un tema caro all'artista di origine armena. Di seguito “Didn't see the time go by” e “Morir d'amore”.

La capacità di variare fra francese, inglese, italiano e spagnolo è parte integrante del bagaglio artistico dell'artista.

L'esibizione in terra sarda ne è lo specchio e cosi si prosegue con “Paris au mois d'aout”, “Devi sapere” “Sa Jeunesse”, e la spagnola “T'espero”. Ma anche “She”,”Desormais” che anticipano l'immortale “L'istrione”, “Mon ami mon Judas” e “Una vie d'amor”.

E ancora un altro brano storico come “Ave Maria” prima di riprendere confidenza con l'italiano interpretando “Quel che non si fa piu'”, “Ieri si” e “Ed io tra tra di voi” intervallate da “Mes Emmerdes”.

Il ritmo di “Les deux guitars” agita il pubblico prima de “La Boheme” ma non è ancora tempo di congedarsi. C'è ancora da ascoltare “Venezia sin ti” e “Emmenez moi” prima degli applausi convinti degli spettatori. E' standing ovation per il sempre verde Charles Aznavour.