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Workers wearing personal protective equipmet (PPE) carry bags of test kits near a neighborhood placed under lockdown due to Covid-19 in Shanghai, China, on Wednesday, March 16, 2022. Shanghai ruled out imposing a broad lockdown for now, while urging workers in its main financial and business district to work from home as officials try to rein in a swelling Covid-19 outbreak in one of China’s biggest and most important cities. Photographer: Qilai Shen/Bloomberg
La morte di un bambino di 3 anni a seguito di una sospetta fuga di gas in un complesso residenziale chiuso per il lockdown, a Lanzhou, la capitale della provincia di Gansu, nel nordovest della Cina, ha innescato una nuova ondata di indignazione per la rigorosa politica zero-Covid del paese. Il padre del bambino ha affermato in un post sui social che gli è stato impedito di lasciare il condominio per cercare cure per suo figlio, causando un ritardo che si sarebbe rivelato fatale.
Il post è stato accolto da commenti pieni di rabbia e dolore, con diversi hashtag correlati che hanno accumulato centinaia di milioni di visualizzazioni il giorno successivo su Weibo, la piattaforma cinese simile a Twitter. "Tre anni di pandemia sono stati tutta la sua vita", si legge in un commento.
Quella di Lanzhou è l'ultima tragedia ad aver alimentato una crescente reazione contro l'implacabile politica zero-Covid della Cina, che continua a sconvolgere la vita quotidiana con incessanti blocchi, quarantene e obblighi di test di massa.
Molte persone sono morte per il fatto che è stato negato loro l'accesso tempestivo alle cure mediche di emergenza durante il blocco, mentre al contrario le autorità, a cominciare dal presidente Xi Jinping, insistono sul fatto che le politiche per il Covid del Paese "mettono le persone e le loro vite al primo posto".