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"Non ci si libera in un attimo" dalla dipendenza dal gas russo "tuttavia abbiamo messo in atto misure per cui stiamo diversificando su diversi Paesi le forniture". Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani a Mattino 5 news.
"Abbiamo il vantaggio di avere cinque gasdotti che collegano l'Italia al Nord, al Sud e all'Est del Pianeta e questo ci consente di diversificare contrattualizzando nuove forniture con Paesi con cui c'erano meno rapporti o produzioni più basse. Stiamo facendo una corsa contro il tempo. Però in questo momento cominciamo a vedere una serie di forniture nuove che verranno concretizzate nelle prossime settimane e che ci dovrebbero tenere abbastanza al sicuro per i prossimi mesi", spiega.
Arginare il problema del gas russo, per l'Europa, è molto laborioso ma non impossibile. "Non c’è modo di farlo - dice all'Adnkronos l'economista Daniel Gros, direttore del think tank Ceps, Center for European Policy Studies -. O si accetta un costo economico alto, ma non debilitante, oppure si aspetta. Se ora il gas russo ci serve per riempire di nuovo le riserve una volta fatto ciò saremo molto più indipendenti”. Per Gros un embargo severo alle importazioni non sarebbe un problema solo della Germania, che nei giorni scorsi, assieme all’Austria si è detta contraria allo stop "ma di tutta l’Europa" perché, rimarca, “il prezzo è unico in Europa, e se né Germania né Italia importano gas russo mancherebbe una quantità enorme sul mercato europeo e i prezzi schizzerebbero dappertutto”.
Secondo l’economista anche se la Germania da sola decidesse di non importare più dalla Russia “mancherebbe una parte importante del gas e a questo punto i prezzi andrebbero in alto per tutti, Italia compresa”. La Germania è tra i maggiori importatori di gas al mondo ma prima dell’inizio del conflitto in Ucraina, come riportato dal Deutsche Wirtschaftsnachrichten, gli impianti di stoccaggio di gas naturale, al 15 febbraio scorso, avevano raggiunto i livelli più bassi da molti anni. I 47 depositi sotterranei del Paese risultavano pieni solo per il 32% circa, mentre due anni fa, nello stesso periodo, il livello si attestava circa all'81%.
“Questo si spiega per due ragioni - chiosa Gros -. La prima è che Gazprom è entrata nell’inverno con un livello molto basso di gas. La seconda è perché negli anni passati il gas è stato stoccato troppo e i prezzi sono schizzati già nell’estate del 2021. Molti hanno pensato che con quei prezzi alti sarebbe diventato troppo dispendioso stoccare e hanno ritenuto di aspettare che andassero giù. C’è stata un po’ di speculazione e un po’ di azione di Gazprom”.