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Passato Natale, hai messo le ali e sei volato via.
Come un angelo tra gli angeli, solitario e muto, carico del tuo peso interiore finalmente leggero.
Adesso non avrai più paura del vuoto, né del rumore degli altri: perché gli uomini, visti dall’alto, diventano più piccoli e indifesi.
E’ solo un attimo che separa il buio dalla luce, il chiaro dallo scuro, la vita dalla morte e il cielo, senza pareti, è un regalo dell’immensità.
Nel sonno profondo che chiude i tuoi occhi non ci saranno più i sogni a svegliare quelle piccole inquietudini che prendono forma e consistenza quando si vive la tua età.
Siamo stati tutti giovani e vulnerabili, soggetti in transito, cuori in tempesta.
Eravamo soli anche noi quando certe “traversate” mettevano a dura prova la meccanica dei sentimenti, “tatuando” la leggerezza di quel nostro primo intenso vivere.
Vince chi nuota più forte, tra ondate emotive e scogli di razionalità.
Tu sei annegato tra i pensieri e i segreti: l’amore profondo che ti circonda non è riuscito a proteggerti dalla furia di un istante.
Le lacrime di queste ore bagnano i ricordi di chi ti ha voluto bene e il miglior modo di continuare a volertene poggia sul rispetto che tutti dobbiamo avere nei confronti di un dramma che ha seminato disperazione e sgomento.
Nessuno ci può giudicare, mio piccolo amico. Ci vuole silenzio, dove grida il dolore.
Un tenero abbraccio ai tuoi cari.