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Genova, 7 mag. (Adnkronos) - "A Genova mi sono fatto, diciamo, una bella strada... tu pensa che ho sistemato 5 persone... noi siamo proprio amici del Toti... 5 di cui 4 riesani e 1 amico di sempre... diciamo che li abbiamo un po' sistemati, son stati chiamati tutti poi se c'è qualcosa ne parliamo con calma e vediamo di darti una mano". E' una conversazione, risale al 25 novembre del 2020, tra Italo Maurizio Testa, rappresentante della comunità riesina di Genova, e un'amica riportata nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portate all'arresto, tra gli altri, del presidente Giovanni Toti con l'accusa di corruzione elettorale.
L'indagine prende le mosse da alcune conversazioni intercettate in un procedimento penale della procura di La Spezia (tra gli altri indagati c'era Matteo Cozzani, in veste di sindaco di Portovenere, per corruzione e turbativa d'asta poi trasmessa a Genova per competenza) in cui emerge come Cozzani, coordinatore della lista 'Cambiamo con Toti Presidente', e il deputato Alessandro Sorte discutono sulla possibilità della candidatura alle elezioni regionali (poi sfumata) di Arturo Angelo Testa, che avrebbe potuto portare in dote un bacino importante di voti a favore di Toti che, appoggiato dal centrodestra, uscirà vincente alle urne.
Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa sono ritenuti dagli inquirenti liguri rappresentanti della comunità riesina di Genova e destinatari dell’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere perché accusati del reato di corruzione elettorale aggravato, in quanto commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. I gemelli Testa, si spiega nell'ordinanza che ha portato a diverse misure cautelari, "proseguono ad intrattenere contatti con Cozzani, coordinatore della campagna elettorale, finalizzati a garantire l'appoggio elettorale dei riesini a tre candidati della lista 'Cambiamo con Toti presidente' alle elezioni regionali.
Nel capo di imputazione la procura di Genova contesta a Cozzani, Toti e ai fratelli Testa il reato di corruzione perché, in concorso tra loro, in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020 - agendo Cozzani quale coordinatore regionale della Campagna elettorale per la lista "Cambiamo con Toti Presidente', Toti quale candidato e "mandante del Cozzani" e i fratelli Testa "quali rappresentanti della comunità Riesina di Genova - per ottenere il voto elettorale a vantaggio del candidato presidente Giovanni Toti" e di tre candidati al consiglio regionale, "promettevano, quale utilità, posti di lavoro a più persone, mediante più accordi anche con Maurici Venanzio, referente "genovese" del clan Cammarata del Mandamento di Riesi.
In particolare "Cozzani (che agiva su mandato di Giovanni Toti) ed i fratelli Testa si accordavano tra loro onde far convogliare i voti degli elettori appartenenti alla Comunità Riesina di Genova (almeno 400 voti) e comunque siciliani verso la lista 'Cambiamo con Toti Presidente' e verso tre specifici candidati".
E in un'intercettazione post voto Italo Maurizio Testa afferma, parlando con un'amica: "Diciamo che la nostra venuta a Genova è stata fruttuosa perché comunque chi mi ha promesso i posti di lavoro me ne ha dati 5 e 5 li ho dati ...dunque (...) io parlo di Genova, 5 di Genova abbiamo sistemato 5 persone (...) c'è gente che parla che guarda che son ventanni che sono in politica fifi... e noi abbiamo fatto muti, muti, ne ho già sistemati 5 e non è detto che ne sistemo altri eh".