La dolce valanga di auguri che in questo periodo si posa su ciascuno di noi, da un lato ci dice quanto sia forte il senso delle tradizioni religiose e non, dall’altro, guardandoci intorno, finito di festeggiare, quanto sia altrettanto forte la distanza tra gli scambi di pace e di amore reciproco e la nostra condotta quotidiana, ovvero il nostro consueto modo di vivere.

Che è fatto di piccoli e grandi egoismi, presenti anche in chi pensa, pure in buona fede, di non averli. Ciò accade in famiglia, la prima cellula della società, e poi in contesti più ampi, mondo del lavoro in primis.

Ci sono, allo stesso tempo, gli scenari internazionali, con i rapporti tra i vari Paesi improntati prevalentemente sugli interessi di parte che spesso umiliano e sopprimono la persona umana, a vantaggio dei pochi, materialmente più potenti, ma spiritualmente poveri, in cui prevale  il senso della sopraffazione e dei soprusi.

In questo momento, la figura universale che ha sguainato la spada – da curato del mondo, ma nel rispetto delle altre  religioni – per stracciare le vesti dell’ipocrisia dei popoli, è  Papa Bergoglio. Nel suo mirino, c’è la stessa Chiesa cattolica di cui è il capo supremo. A partire dalle proprie mura, vuole fare pulizia radicale, il Vescovo di Roma.

Fuori le ipocrisie e i falsi credenti. Condanna severa di chi usa strumentalmente, per i propri egoistici fini, la Chiesa e la fede. Tutto questo vuole Bergoglio. Ma non sarà facile, di fronte a chi vuole che il mondo, compresa una non trascurabile parte la stessa Chiesa e dei vertici che governa, resti così com’è.

Sotto quest’ aspetto, il Papa attuale rappresenta una figura rivoluzionaria, nel senso più positivo, umano, spirituale e straordinario  del termine. Il Pontefice ha un rapporto con il popolo di Dio fatto semplicità e di umiltà. Ha un largo seguito anche tra i non credenti,  grazie a quel forte e raro carisma  che gli spiana la strada del consenso e che si fonda sulla figura di   un uomo che tutti abbiamo conosciuto subito come uno di noi.

Un capo della Chiesa che portando la croce in prima persona,  vuole, con la forza della fede, potremmo dire in modo inappellabile, che alle preghiere, alle promesse, agli auguri e agli abbracci, seguano i fatti, le azioni concrete, senza indecisioni o rinvii.                                         

Con altrettanta forza e convinzione, Bergoglio si rivolge ai capi di Stato e di Governo, per implorarli a desistere da quelle tentazioni che possano tradursi in violazioni dei diritti alla vita dell’individuo.