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"Green pass per salire sull'autobus e in metropolitana? Basterebbe l'obbligo di mascherina Ffp2. Con la variante delta possiamo scordarci l’immunità di gregge". Sono le parole del professor Andrea Crisanti a L’aria che tira – Estate, in vista dell'arrivo del green pass che dal 6 agosto sarà obbligatorio in Italia per accedere ad attività commerciali -come ristoranti al chiuso- e servizi. In base alle regole, per il momento il green pass non riguarda il trasporto pubblico.
"Gli unici sistemi covid free hanno raggiunto questo obiettivo con il tracciamento e con il controllo, non con il vaccino. I vaccini da soli non bastano, non mi stanco di ripeterlo. Non offrono una garanzia al 100%: le persone vaccinate si possono ammalare, non sappiamo quanto dura la protezione e non possiamo escludere che emergano varianti resistenti al vaccino. Le persone resistono per ipocrisie, omissioni e poca chiarezza nella comunicazione. All’inizio è stato detto che serviva quasi un atto di fede nei confronti della vaccinazione, sono stati commessi errori disastrosi nella comunicazione", afferma.
Sull’ipotesi di una terza dose di vaccino, il virologo afferma che "non sappiamo quanto dura l’immunità" dopo l’infezione o dopo la vaccinazione. "Non credo che gli anticorpi dureranno più di 12-18 mesi. Israele ha iniziato a somministrare la terza dose nelle persone più a rischio, avremo dati da valutare", dice.
Capitolo green pass: "Il green pass non è uno strumento di sanità pubblica, non esiste nessuna prova che il green pass modifichi la trasmissione del virus. E’ uno strumento per convincere le persone a vaccinarsi: tutto qui", afferma Crisanti. Il green pass va utilizzato per l’accesso ai mezzi pubblici? "Basterebbe mettere l’obbligo di mascherine Ffp2 su autobus e metropolitane. Le mascherine Ffp2 abbattono la trasmissione del virus del 98%: non c’è un’altra misura che abbia un effetto simile".