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"Io domani mattina vado, deposito la licenza, e apro come bar. Così, svolgendo l'attività 'accessoria', non devo rispettare mascherine, assembramento, nessuna regola. Tanto qua fanno quello che vogliono". E' l'amarezza di Tito Pinton, gestore di notissimi locali, dal 'Muretto' di Jesolo al 'Musica' di Riccione, che sfogandosi con l'Adnkronos evidenzia il grande paradosso di questi giorni, in cui girano sul web filmati di serate danzanti in ristoranti che si trasformano, dopo cena, in discoteche.
"La sanzione in quel caso non è più penale, è amministrativa, conviene fare così -dice Pinton con ironia amara- E' l'ipocrisia e la cecità di questo paese, che tiene un settore come vittima sacrificale e lo fa fallire. E' ora di finirla". Sui motivi per i quali ci si trovi in questa situazione, il manager affonda: "Siamo il settore più debole, meno rappresentato e rappresentabile, mentre altri imprenditori sono più difesi.Non siamo Confindustria, per intenderci. Siamo in balia degli eventi".
Quello che accade, "quando in Tutta Italia si balla davvero dappertutto", sottolinea Pinton, è "inspiegabile. Io faccio appelli ogni giorno, possibile che nessuno ci risponda? Diteci esattamente qual è la problematica, in che cosa le discoteche sarebbero pericolose. Spiegateci qual è il problema. Ditemi perché non posso più fare il lavoro che faccio da 33 anni", conclude.