La carica virale relativa al Covid-19 nelle acque reflue raccolte nel Comune di Milano nel mese di novembre 2021 è stata simile a quanto rilevato a novembre 2020 nonostante il numero di positivi e ospedalizzati dell'autunno 2021 fosse di gran lunga inferiore.

Lo dimostra una ricerca condotta dall'Istituto Mario Negri e dall'Università di Milano in collaborazione con Regione Lombardia e pubblicato sulla rivista scientifica JAMA. L'analisi delle acque reflue - non è la prima volta - può dare indicazioni importantissime sulla diffusione del Sars-Cov-2, mostrando allo stesso tempo l'efficacia protettiva dei vaccini, e riuscendo anche a prevedere la circolazione del virus con un anticipo fino a due settimane.

In questo caso, spiega Sara Castiglioni a capo dell'unità di Biomarkers ambientali del Mario Negri, "significa che nove mesi dopo l'inizio della campagna vaccinale (cominciata il 27 dicembre 2020), il virus circolava ancora alla grande ma, con una popolazione già vaccinata e protetta al 75%, il numero delle persone sintomatiche, positive e ospedalizzate era di gran lunga più basso".

"Ma l'analisi delle acque reflue - aggiunge Laura Pellegrinelli, ricercatrice presso l'Università Statale di Milano - ci permette di avere un altro vantaggio sul virus, prevedendone la circolazione massiccia con ben due settimane di anticipo ed eventualmente intercettando l'introduzione di nuove varianti".

Questa metodologia è stata messa a punto presso l'Istituto Mario Negri , l'Università Statale di Milano, sotto la guida di Elena Pariani e Sandro Binda e nel laboratorio di riferimento regionale per la sorveglianza di Sars-CoV-2 . Fin dall'inizio della pandemia di Covid-19, si è osservato, infatti, che le persone infette da Sars-CoV-2 possono espellere il virus con le feci, anche se non hanno sintomi.