PHOTO
A used medical facemask hangs on a wood lecture chair in the empty classroom during the COVID-19 pandemic
Roma, 11 set. (Adnkronos Salute) - Ancora una volta la scuola apre senza tranquillità? "L'evidenza dimostra che viviamo ondate periodiche. Il virus cerca di evitare le nostre resistenze variando e contagiando più persone possibile. Di fronte a questo ci possono essere due atteggiamenti: ignorarlo o affrontarlo. Se il Paese fa finta di nulla si espone ai problemi ormai noti di moltiplicazione delle infezioni e intasamento degli ospedali. Nessuno pensa che torneremo alle drammatiche scene della prima o seconda ondata, ma saranno comunque numeri pericolosi e credo che questo non sia né eticamente né scientificamente accettabile". Così Walter Ricciardi, 64 anni, professore ordinario di Igiene all'Università Cattolica, presidente del Board per la lotta al cancro della Commissione Europea e responsabile sanità di Azione pur senza volersi candidare, in una intervista a 'La Stampa'. "Le misure dettate dalla Prevenzione del ministero della Salute sono insufficienti e basate su criteri politici più che scientifici, mentre bisogna agire subito per evitare nuove ondate", rimarca.
Sulla scuola cosa fare? "Nel Nord Europa hanno diminuito i contagi monitorando l'aria nelle classi e ventilandole secondo necessità. Basterebbe imitarli", avverte. E le mascherine? "Si si areano i locali e si mantengono i banchi separati non sono necessarie - risponde Ricciardi - Servono invece sui mezzi di trasporto, nei luoghi affollati e ovviamente negli ospedali, che altrimenti possono tornare ad alto rischio". Perché non si fa così? "Non si tiene conto del virus, della densità della popolazione e della modalità di trasmissione - osserva - Si vuole dare l'idea di un alleggerimento delle misure e si indugia nel confronto con l'influenza, mentre ci sono ancora rilevanti differenze come il long Covid".
La nomina da parte del governo di Francesco Vaia alla Prevenzione del ministero della Salute ha contribuito? "La Prevenzione dovrebbe appunto prevenire, mentre le misure rinunciano a quell'aspetto limitandosi a inseguire il virus. Prima - continua - abbiamo avuto personalità di grande esperienza, come Rezza, Greco e Guerra, che hanno agit prontamente". Dal 28 ottobre 2022 il bollettino Covid è diventato settimanale, le pare utile? "Il sistema di rilevazione è inadeguato ad anticipare il virus - obietta Ricciardi - Si tiene conto solo dei contagi accertati, notoriamente inferiori, mentre bisognerebbe basarsi anche sull'analisi delle acque reflue. Di fatto si viaggia al buio e si conoscono gli andamenti in ritardo".
Come giudica il ministro della Salute Orazio Schillaci? "Mi pare una persona per bene e competente, che va appoggiata nella richiesta di aumento dei fondi per la Sanità ormai in crisi strutturale. Ospedale, assistenza territoriale e prevenzione devono essere i tre pilastri di un sistema pubblico efficiente, altrimenti il primo non basta", suggerisce.
Tra vaccinazioni e guarigioni siamo ancora protetti? "Chi ha fatto quattro o cinque dosi o è guarito da meno di sei mesi è protetto dalle forme gravi di Covid, ma non dall'infezione - rileva Ricciardi - Tutti gli altri sono a rischio, per questo serve una grande campagna vaccinale a partire da over 60 e fragili per arrivare fino ai bambini". Chi sono i fragili? "Il 40% degli italiani ha almeno una malattia cronica, quasi 25 milioni di persone. Diabete, obesità, ipertensione, malattie cardiovascolari, tumori e patologie neurologiche sono trai maggiori fattori di rischio", continua. Sesta dose dunque? "Un richiamo aggiornato. Da ottobre - conclude - ci saranno nuovi vaccini e il consiglio è farli insieme all'antinfluenzale per se stessi e per proteggere la società, un principio solidale che stiamo dimenticando".