I casi di Covid-19 nelle regioni meridionali non diminuiscono in modo significativo e in alcuni casi si osserva un, seppur contenuto, aumento: è un segnale di come l'attenzione debba restare ancora alta e che misure di prevenzione, come le mascherine, debbano continuare a essere utilizzate in tutte le situazioni a rischio.

Lo rileva il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). "Nelle ultime due settimane, l'incidenza nelle regioni del Sud, Puglia esclusa, non diminuisce in modo significativo, e in alcuni casi è in aumento, seppur contenuto", osserva. "Gli alti valori attuali dell'incidenza - prosegue l'esperto - suggeriscono, al di là della fine dell'obbligo della mascherina all'aperto, di continuare a usarla in tutte le condizioni a rischio, indipendentemente dall'essere al chiuso o all'aperto".

Per Sebastiani è inoltre "da sottolineare che, circa dopo le due settimane canoniche dall'obbligo della mascherina all'aperto introdotto a ridosso di Natale in concomitanza con l'inizio della pausa delle attività scolastiche, il 6 gennaio è stato raggiunto a livello nazionale il picco della percentuale dei positivi ai test molecolari".

Ecco di seguito i valori dell'incidenza settimanale (numero di casi positivi per 100.000 abitanti) rilevati in cinque regioni del Sud e delle isole dal 24 al 30 gennaio 2021 e dal 31 gennaio al 6 febbraio 2022: 24-30/1 2021 - 31/1-6/2 2022  Basilicata 1.000 965, Molise 385 380, Calabria 1.350 1.650, Sicilia 690 700, Sardegna 1.250 1.750.