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Lungo il nostro percorso di crescita, capita spesso, di incontrare persone straordinarie che fanno la differenza nella nostra vita e che ci aiutano a superare i momenti di difficoltà grazie agli insegnamenti che riescono a trasmetterci. Entrano in sintonia con la parte più nascosta di noi, infondendoci quel coraggio e quella risolutezza che, molte volte, ci manca.
Lo fanno in modo semplice, consigliandoci la lettura di un libro, i famosi libri dell’anima per esempio. Parlandoci attraverso un blog online di crescita personale e spirituale, insomma cercando di arricchire il nostro bagaglio di conoscenze con l’unico intento di aiutarci a crescere spiritualmente per appropriarci di qualcosa che, in fondo è nostra di diritto: l’autostima, la fiducia in noi stessi e la capacità di affrontare le difficoltà costruendo la nostra resilienza per vivere la vita con più gioia.
Sardegna Live ha incontrato uno dei maestri di crescita personale più seguiti e amati: Paolo Marrone.
Ciao Paolo, è un vero piacere averti qui con noi. Sei uno scrittore e studioso che da anni si occupa di crescita personale, fisica quantistica, leggi dell’universo e tutto di tutto ciò che è legato alla spiritualità. Ci racconti come nasce questo tuo modo di percepire la vita, qual è stato il tuo percorso di risveglio?
Innanzitutto grazie per avermi proposto questa intervista, per me è un onore e un piacere. Non saprei dire davvero in che momento è iniziato tutto. Fin da bambino ho sempre avuto la sensazione che il mondo non fosse composto solo da ciò che possiamo percepire con i cinque sensi, ma che doveva necessariamente esistere qualcosa al di là della nostra percezione. Questa intuizione, che si esprimeva nell’infanzia solo come una vaga e indescrivibile sensazione, mi portò poi da ragazzo ad appassionarmi allo studio delle materie scientifiche, in particolare della fisica quantistica, attraverso la quale ero convinto di poter trovare finalmente le risposte ai miei innumerevoli dubbi, e dare conferma a quella vaga sensazione di ‘incompletezza’ che percepivo fin dalla mia più tenera età. La vera svolta è arrivata quando ho scoperto che molti dei concetti che studiavo della fisica quantistica erano in realtà già stati rivelati migliaia di anni fa in molti insegnamenti di diverse dottrine orientali. Magari erano descritte con altre parole, naturalmente, ma di fatto le cose che stiamo scoprendo negli ultimi decenni grazie alla fisica quantistica in realtà appartenevano già al sapere umano fin dagli albori della nostra storia. A quel punto ho capito che la scienza e la spiritualità di fatto parlano delle stesse cose, raccontandoci di un mondo illusorio nel quale l’osservatore gioca un ruolo centrale nella creazione della realtà.
Hai avuto un insegnante o un maestro che ti ha coinvolto in questo cammino?
Non ho mai avuto un maestro in carne e ossa, ma posso sicuramente dire di aver trovato moltissimi maestri negli autori degli innumerevoli libri che ho letto. Se proprio devo fare qualche nome, sono particolarmente grato a Sri Nisargadatta Maharaj, Thomas Troward ed Eckhart Tolle, i cui libri mi hanno aiutato in modo particolare nel mio percorso di crescita, ma naturalmente la lista degli autori a cui devo tanto non si limita a questi tre. La cosa più incredibile che ho scoperto è che, nel momento in cui si inizia un percorso di crescita, arrivano sempre i maestri giusti nel momento giusto. Spesso mi reco in una delle librerie della mia città che ha un nutrito settore dedicato alla crescita personale e spirituale, e mi metto a vagare tra gli scaffali in attesa che qualche libro attiri la mia attenzione. Ebbene, quasi sempre trovo in questo modo il libro che si rivela essere quello giusto. È per questo che sono più che convinto che sono i libri a scegliere il proprio lettore, come se ci fosse una regia occulta che organizza le cose sempre nel miglior modo possibile.
Nei tuoi libri parli di creazione della realtà e di argomenti complessi con uno stile scorrevole e semplice adatto anche ai “non addetti ai lavori” come ci riesci?
Ti ringrazio per il complimento, ma devi considerare che prima di tutto scrivo i libri per me stesso. Uso la scrittura come un potente strumento che mi permette di raccogliere le idee e fare ordine nella moltitudine di concetti che, durante il mio lavoro di ricerca, affollano la mia mente. Conosco perfettamente i dubbi del lettore, semplicemente perché sono anche i miei dubbi, pertanto durante la scrittura cerco di trovare una spiegazione che sia la più plausibile alle cose che risultano per me le più complesse da comprendere. E siccome non mi accontento di risposte superficiali, vado fino in fondo al problema cercando di sviscerare e sciogliere tutte le perplessità che mi attanagliano. Quando finisco di scrivere un concetto sono soddisfatto solo se con ciò che ho scritto ho dato una risposta soddisfacente a tutte le domande che mi ero fatto all’inizio. Forse questa intransigenza nei miei confronti è proprio la chiave che rende poi comprensibile ciò che scrivo.
Ma è davvero possibile creare la nostra realtà?
Non solo è possibile, ma non potremmo evitare di farlo in alcun modo. Creiamo la nostra realtà in ogni istante, che ne siamo coscienti o meno, per il semplice fatto che esistiamo. Il mondo che vediamo è sempre e solo il risultato della manifestazione delle nostre più profonde credenze. La fisica quantistica ci ha dimostrato che il mondo non potrebbe esistere senza un osservatore, e questo di fatto fa a pezzi l’idea che possa esistere un modo a prescindere dall’osservatore. Esiste un immenso campo di infinite possibilità che contiene potenzialmente qualsiasi cosa, e noi attraverso l’osservazione non facciamo altro che permettere solo ad alcune, tra le infinite cose, di materializzarsi e apparire così ai nostri sensi. Quali tra le infinite possibili? Solo quelle che sono in accordo con le nostre credenze. Questo fa di noi degli “attuatori”, veri e propri filtri che rendono reale e sperimentabile solo ciò che è in sintonia con l’idea che ci siamo fatti del mondo. In altre parole, possiamo dire senza ombra di dubbio che creiamo il mondo istante per istante “a nostra immagine e somiglianza”.
A cosa o a chi devi il tuo successo?
Ho difficoltà a rispondere a questa domanda, forse perché non credo di aver raggiunto alcun traguardo. Come ti ho già detto scrivo prima di tutto per me stesso, e forse per questo motivo chi legge i miei libri sente di essere in sintonia con le cose che scrivo. C’è poi da dire che mai come in questo periodo un numero sempre crescente di persone sente forte la spinta ad intraprendere un percorso di crescita personale e spirituale. Ho semplicemente provato a dare delle risposte plausibili alle tante domande che molte persone si stanno ponendo in questo periodo e quindi, banalmente, credo solo di essermi trovato al posto giusto, nel momento giusto, con i giusti argomenti.
Tra i tuoi libri, quale ti rappresenta di più e consideri il “libro del cuore”?
Amo tutti i libri che ho scritto, perché in ognuno c’è un pezzo del mio lungo percorso di ricerca, ma se devo proprio citarne uno in particolare, sono molto legato a “Il monaco che non aveva un passato”, l’unico racconto che ho scritto – gli altri sono tutti saggi – che descrive un viaggio in un monastero tibetano nel quale il protagonista, grazie alle sagge parole di un anziano monaco, scopre verità sconvolgenti e l'esistenza di una realtà fino ad allora per lui inimmaginabile. È un libro che racconta di un viaggio iniziatico la cui scrittura mi ha arricchito in un modo che non pensavo nemmeno lontanamente possibile. Può sembrare strano, ma non mi considero l’autore del libro, dato che molte delle frasi dell’anziano monaco mi sono arrivate non so bene nemmeno io da dove. Sono infatti il risultato di un’ispirazione vera e propria, intuizioni che comparivano nella mia mente e che io traducevo nelle frasi che mettevo nella bocca del saggio maestro. Per me è stato un libro rivelatore e, per il modo in cui è arrivato, lo considero un libro magico, al quale sarò per sempre riconoscente.
Sappiamo quanto entusiasmo ha suscitato l’esperimento effettuato al CERN di Ginevra sull’esistenza della “particella di Dio”, cosa pensi a proposito? Secondo te è possibile arrivare all’evoluzione della coscienza globale?
La scoperta del bosone di Higgs ha rappresentato un risultato davvero importante per la comunità scientifica, perché ha permesso di comprendere i meccanismi con i quali si forma la massa delle particelle. Ma siamo ancora molto lontani dallo scoprire la Realtà ultima, quella con la R maiuscola. Credo infatti che la vera grande svolta sarà il riconoscimento della Coscienza come unico elemento fondamentale costituente l’intera realtà. La fisica quantistica ci sta dimostrando che la vera natura del mondo è illusoria, dato che ciò che sperimentiamo non è altro che un gioco di luci e colori, mere immagini proiettate sullo schermo della Coscienza, che è l’unica cosa reale che esiste. Ma la scienza ufficiale stenta a riconoscere questa verità. Fino a che gli scienziati non inseriranno il fattore “C” di Coscienza nelle loro formule non faranno altro che tentare di spiegare l’illusione con l’illusione stessa. Non si può spiegare la materia con la materia o l’energia con l’energia. C’è qualcosa che è oltre il mondo materiale che conosciamo, e ne costituisce l’origine, che nei miei libri chiamo Coscienza. La Coscienza è ciò di cui siamo fatti, e sia gli insegnamenti millenari tramandati dai nostri predecessori, sia le ultime scoperte della fisica quantistica ci confermano il fatto che viviamo all’interno di una grande illusione, un grande fraintendimento riguardo all’origine del mondo e di noi stessi. Ma sono altresì convinto che un giorno l’umanità si sveglierà dal sogno per comprendere finalmente qual è la sua vera natura.
Ringraziamo e salutiamo Paolo con la consapevolezza di aver conosciuto una persona speciale.