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Per fermare la diffusione di Omicron "la mascherina non serve", ma "non bisogna far passare il concetto che sia sbagliata. Ci sono persone che dovrebbero invece continuare a usarla, come fragili e chi si prende cura di loro".
Così, ad Agorà Extra, su Rai Tre, Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, che aggiunge: "bisogna cambiare paradigma: non si deve evitare la trasmissione del virus ma dobbiamo capire come proteggere i fragili che, se si prendono il Covid, perdono la vita".
Quello alle mascherine per il microbiologo Andrea Crisanti non è né un addio né un arrivederci, "perché tutto dipenderà da cosa accadrà a settembre e ottobre e dalla protezione dei vaccini".
Di certo, anche dopo l'abolizione dell'obbligo nella maggior parte delle attività al chiuso "dovrebbero continuare a utilizzarla i fragili, che sono una fasce di persone abbastanza numerosa, basti pensare agli oltre 5 milioni di over 80, a cui aggiungere i pazienti oncologici, gli immunodepressi e tutti quelli in trattamento con cortisone: arriviamo facilmente a 8-9 milioni di persone".
Sicuramente, secondo Crisanti, per fermare un virus così trasmissibile "non basta la mascherina" e neppure il lockdown scelto dalla Cina. L'approccio della tolleranza zero contro il virus, "in passato ha salvato tantissime vite e, all'inizio della pandemia, ha permesso a chi l'ha applicata di riaprire attività".
"Ma è stato possibile perché l'infezione aveva un indice di trasmissione basso, intorno a due, e non avevamo vaccini. Ora la situazione è completamente diversa, abbiamo vaccini che funzionano e un virus con indice trasmissione altissima. E anche la politica della Cina prima o poi cambierà".