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È morto ieri a Roma, all’età 92 anni, il professor Giovanni Sartori, grande studioso ed editorialista per lustri del Corriere della Sera. Nato a Firenze il 13 maggio del 1924, si laureò in scienze politiche nell’Università toscana e fu docente e poi preside dell’omonima facoltà dal 1969 al 1971, negli anni caldi della contestazione studentesca.
Si deve a lui la nascita della “scienza politica” come disciplina accademica. Giovanni Sartori insegnò per anni, dal 1976 al 1994, negli Stati Uniti.
Dagli inizi degli anni ’90 era editorialista del Corriere della Sera, autore di articoli, ora taglienti, ora sarcastici, lapidare inesorabili contro la classe politica, definita come la testimonianza dell’instaurazione in Italia di una vera e propria “asinocrazia”.
La sua scrittura era agile, chiara e di grande efficacia comunicativa. Alla Montanelli, toscano come lui, si potrebbe dire. Profonde le sue analisi: arrivavano come una lama fino al cuore dei temi affrontati, unitamente a un distacco che sanciva equilibrio e obiettività largamente riconosciuti. A lui si devono le definizioni quali Mattarellum, Porcellum e Consultellum riferite alle note leggi elettorali.
L’Italicum di ultimo conio? “Italicum non mi va. Sa di treno. Al momento proporrei Bastardellum”, diceva Sartori.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, appreso della morte del grande studioso, ha detto: “Maestro della politica, ha sempre incoraggiato e insegnato la formazione del giudizio critico”.