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Nella tappa cagliaritana del suo ultimo tour, Francesco De Gregori porta il ultimo “Amore e furto”, un album contenente dei brani di Bob Dylan, tradotti e reinterpretati in italiano dallo stesso cantautore romano.
Se ai brani del menestrello americano si sommano quelli del patrimonio musicale italiano, il risultato è un concerto dove le emozioni non latitano.
Sin dalle prime note di “Pezzi di vetro”, l'eterogeneo pubblico dell'Arena Sant'Elia canta con l'artista dall'inconfondibile look. Ostico non cantare “L'Agnello di Dio”, “La leva calcistica della classe '68” e “Pezzi”. Altrettanto difficile è rimanere impassibili quando sul palco, prendono forma le note e le parole de “La storia siamo noi”,”Alice”, “Caterina”,“Battere e Levare” e “Sempre per sempre”.
Negli occhi di ogni singola persona sembra intravedersi lo speciale legame sussistente fra ogni singola parola e un ricordo. Ma è altresì probabile l'adozione artistica per “Servire qualcuno”, “Un angioletto come te” e “Come il giorno”, le versioni rispettivamente rielaborate di “Gotta serve Somebody”, “Sweetheart like you” e “I shall be release”.
“Si torna in Italia”. De Gregori schiaccia il tasto sul suo repertorio introducendo “L'abbigliamento di un fuochista” seguita da “Atlantide” e dall'intramontabile “Generale”, cantata all'unisono dai presenti.
Ma non c'è tempo di rilassarsi. Il concerto accelera i suoi ritmi ed è ora di gustarsi un
“Panorama di Betlemme” mentre con “Niente da capire”, dalle poltroncine arriva il miglior coro per gli artisti sul palco.
Squilli di tromba e ritmi caraibici per “Sotto le stelle del Messico a trapanar” e note introduttive a passo di swing per “Titanic”. L'ultima nota di“Rimmel” sembra metter fine al concerto. Si tratta di un falso allarme perché è con la “Donna Cannone” e i con “Buonanotte fiorellino”, cala il sipario.
Tutti a casa con il sorriso, et voilà, “Il Principe”.