Questa storia parla di una bellissima esperienza di un (allora) venticinquenne sardo del centro Sardegna.

 

In realtà, tutto iniziò circa due anni prima, quando decise di iscriversi alla locale Sezione ADMO con la segreta speranza di poter realmente aiutare qualcuno.

Quella segreta speranza si realizzò a febbraio-marzo del 2000, quando ricevette una telefonata dal Centro Regionale Trapianti di Midollo Osseo di Cagliari conla quale gli venne comunicato che, in base ai risultati della precedente "tipizzazione", avrebbe potuto aiutare un altro ragazzo.

 

Una sola emozione: gioia.

 

Gioia nel poter ridare speranza ad un'altra persona e gioia nel veder realizzato un suo sogno.

Ai primi di aprile, l'incontro con l'équipe medica nel nuovissimo centro dell'Ospedale Binaghi. Un colloquio curioso, col medico che ripeteva in continuazione come il ragazzo non fosse obbligato in alcun modo, che ci avrebbe dovuto pensare bene, etc. etc.

L'unica (ma veramente piccola) titubanza al momento di apprendere le modalità di prelievo:

lui aveva (ed ha) paura degli aghi.

L'immediato pensiero fu: "Ce l'ho il coraggio di dire di no?". E l'immediata risposta fu: "No, non ne ho il coraggio".

In fondo gli aghi lui non li avrebbe neanche visti.

Dopo quel giorno, ci furono gli esami di routine per confermare il perfetto stato di salute e, una settimana prima della data fatidica, il prelievo di sangue destinato all'autotrasfusione, circondato dalla gioia degli amici del Centro Trasfusionale dell'Ospedale Brotzu nel sapere il perchè del prelievo.

 

E venne poi l'8 maggio.

 

Arrivato al Centro Trapianti la sera d