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Nel giorno che precede lo sciopero degli operatori della scuola, i quali protestano anche loro contro l'egemonia di Matteo, è stata varata la nuova legge che regolerà la nostra futura rappresentanza democratica. Una legge tanto dibattuta conosciuta meglio come: “Italicum”.
Modificata più volte, anche abbassando le soglie, la nuova legge elettorale introduce uno sbarramento del 3%. Inoltre si prevede che i voti raccolti dai partiti che non lo superino, finiscano al partitone con cui si è coalizzati.
Ma il perno della nuova regola è il premio di maggioranza del 15% che, per evitare nuovi interventi della consulta, scatta solo per chi raggiunge il 40% dei voti. Se ciò non dovesse avvenire si andrà al ballottaggio.
Maria Elena Boschi è baldanzosa, 334 deputati hanno detto si, alla faccia di chi come Bersani, o quel “watusso” di Brunetta, avevano girato le spalle a questa legge poco riguardosa per i piccoli partiti. Forse pregusta già, per le prossime elezioni, una candidatura a premier che potrebbe segnare uno storico traguardo: una donna a Palazzo Chigi.
E che premier!! Una, che con questa legge potrà imporre il buono o cattivo tempo, soprattutto se l'impresa della riforma del senato dovesse davvero andare in porto.
Parecchie le critiche: “una legge per l'egemonia di Renzi e del PD”, “un metodo fascista” considerato tale per aver posto la fiducia, pochissimi i seggi in palio nei collegi e dunque, insieme allo sbarramento, grande difficoltà per i piccoli partiti per accaparrarsi uno scranno a Montecitorio.
Per alcuni esperti il nuovo sistema italiano ha preso ispirazione da quello spagnolo: un sistema proporzionale, il voto bloccato, la soglia di sbarramento, ma anche piccoli seggi che danno origine a risultati di tipo maggioritario.
Ma la Spagna monarchica si differenzia per alcune sostanziali formule della sua costituzione. Per la quale i deputati del congresso possono presentare solo una mozione di sfiducia costruttiva, la quale prevede che in caso si voti la sfiducia, si debba già avere il nome del premier successivo. A ciò si aggiungano: sia la questione di fiducia prevista anche in Italia, ma soprattutto il potere assegnato al capo del governo di sciogliere le camere. Poteri questi, che permettono al primo ministro spagnolo di governare incontrastato, senza per questo essere tacciato di “franchismo”.
Altro che “fascismo” di Renzi dunque. Solita e facile etichetta italiana del quale è stato marcato solo per aver posto la fiducia a questa nuova legge.
Considerando infatti che l'Italia è l'unica nazione europea, insieme alla Romania, ad avere ancora il sistema del bicameralismo perfetto, il quale ingessa le decisioni favorendo un parlamentarismo lento e cavilloso, forse il decisionismo di Renzi risulta necessario. Ma è pur vero che almeno in teoria il nuovo motto è: “largo ai grandi”. E siccome nel panorama politico attuale, con il cavaliere prossimo all'ospizio, l'unico grande è il PD di Matteo, per tutti gli altri rimarrà solo la polvere. Compresi gli oppositori interni al partito, per i quali o si sottometteranno alla corte renziana, oppure anche per loro si aprirà la botola dell'ospizio.
Ma non c'è da preoccuparsi per loro, Silvio ha già in serbo tante delle sue barzellette per intrattenerli!!