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Quella appena trascorsa non è stata solo l‘estate dei mondiali di calcio in Brasile e delle docce gelate in favore della ricerca contro la sla, ma anche quella che ha visto molti comuni d’Italia, come quello della meravigliosa Alghero, fare la guerra all’abbandono dei fastidiosissimi mozziconi di sigaretta sulle spiagge
Nonostante si tratti di un progetto pienamente condiviso sia da parte dei bagnanti salutisti che dei più incalliti fumatori, restano ancora tante le polemiche sul come riuscire ad ottenere dei veri e propri riscontri positivi senza dover ricorrere a soluzioni troppo rigide.
Molte amministrazioni hanno infatti deciso di adottare una linea dura ed intransigente, prevedendo l’inflizione di multe salatissime per chiunque compia l’insensato gesto di gettare una cicca di sigaretta sulla spiaggia.
L’esigenza di adottare una scelta sanzionatoria troverebbe giustificazione nel preservare il più possibile i nostri straordinari patrimoni naturalistici da qualunque forma di inquinamento, che come più volte evidenziato dagli studi scientifici di settore è molto più grave di quanto all’apparenza potrebbe sembrare.
A dispetto della loro apparenza inoffensiva, infatti, le cicche sono causa di rilevanti problemi di tipo ecologico ed assumono un certo rilievo anche per quanto riguarda gli aspetti relativi all'igiene e alla sanità, legati soprattutto al rischio di intossicazione per ingestione, specialmente da parte dei bambini.
Forse non tutti sanno che buona parte delle sostanze chimiche prodotte dalla combustione del tabacco resta nelle cicche, di conseguenza, con ben 72 miliardi di sigarette consumate ogni anno in Italia, anche il piccolo mozzicone diventa un’importante fonte di inquinamento. La combustione del tabacco produce, infatti, più di 4mila sostanze chimiche, molte delle quali di natura tossica, nociva e cancerogena, che restano imbrigliate ed assorbite nei mozziconi, rendendoli una pericolosa minaccia per l’ambiente.
A ciò si aggiungono i lunghi tempi di decomposizione naturale, che nel caso del mozzicone raggiungono dagli uno agli otto anni di attesa, in quanto il tabacco e la carta si dissolvono in tre/quattro mesi, mentre il filtro resiste agli enzimi dei batteri anche 8 anni!
Un recente Studio, pubblicato sulla rivista “Current Environmental Health Reports”, ha lanciato l’allarme sui troppi mozziconi di sigarette che l’uomo disperde nell’Ambiente; a preoccupare è il fatto che, sostanze come la nicotina, l’arsenico, il piombo, il polonio – 210, etc., presenti nei filtri, possono contaminare mari, fiumi e laghi, ed essere estremamente tossici per microrganismi, pesci e
l’uomo attraverso la catena alimentare.
Da qui l’avvertita necessità di adottare tutti gli strumenti, anche quelli maggiormente repressivi, ma ritenuti necessari ed indispensabili per combattere il fenomeno.
Occorre dare atto che negli anni sono sorte diverse iniziative, che hanno puntato su tentativi di sensibilizzazione dei bagnanti direttamente sulle spiagge, come nel caso della campagna “ il Mare non vale una cicca” , o attraverso la distribuz