Dai graniti dell’Altopiano di Buddusò, ai confini tra bassa Gallura e Monteacuto, nasce l’acqua limpida del fiume Tirso che attraversa la Sardegna in diagonale fino a sfociare nel golfo di Oristano. L’abbondanza di acqua che attraversa in maniera capillare una delle zone più suggestive dell’isola, ha favorito nel tempo la coltivazione, la lavorazione e la selezione dei prodotti della terra che sotto varie forme giungono alla tavola.
La cultura del vino, a Buddusò, a differenza di quanto accaduto in altri centri dell'isola, è rimasta nascosta, quasi sopita tra le mura naturali create dai monti a difesa di un prodotto unico e poco conosciuto in Sardegna la cui realtà, seppur incerta, si rinnova nel tempo ad ogni vendemmia, ad ogni festa paesana, ad ogni pranzo comune.
È accaduto, qui, che Antonio, Giuseppe e Gianfranco Pischedda, tre intraprendenti fratelli buddusoini, abbiano deciso di identificare la genesi di questa cultura disegnandone il profilo, analizzandone gli aspetti, favorendone lo sviluppo.
Da questa felice intuizione nasce la rassegna "Binicheddu ‘e Uddusò", che sabato 9 aprile giungerà alla sua seconda edizione e ha lo scopo di promuovere il vino coltivato nell'altopiano di Buddusò. Dal 2014, la PischeddaGroup, in collaborazione con i viticultori di Buddusò, organizza rassegne a cadenza annuale con l'obiettivo di migliorare sempre più il prodotto, anche con l'aiuto di esperti, ai quali è affidato l'arduo compito di eleggere i migliori vini d'annata.
I lavori di questa edizione si apriranno alle ore 15 di sabato con un dibattito tra viticoltori ed esperti del settore ma solo alle 17.30 si entrerà nel vivo dell’evento presso il piazzale del distributore Agip di Buddusò dove, oltre ad assaporare i vini, sarà possibile gustare i tipici piatti dell'altopiano reinventati da chef stellati.
La manifestazione si articolerà in forma di