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Una popolazione di circa 13.000 abitanti distribuiti in centri ubicati mai nel fondo valle e sempre a mezza costa: Sa Costera. È il Goceano, estremo lembo sud-orientale del Logudoro, dal quale si caratterizza per una propria tipicità antropica e morfologica che vede quest’area svilupparsi tra l’alta Valle del Tirso, l’altopiano di Bitti, la serra di Orotelli e la catena montuosa detta, appunto, del Goceano che altro non è che la continuazione di quella del Marghine.
Anela, Bono, Benetutti, Bottidda, Bultei, Burgos, Esporlatu, Illorai e Nule sono le nove gemme di queste contrade tormentate negli anni da forti depressioni economiche e crisi sociali nonostante il coraggioso impegno delle loro genti nel risollevare il capo di fronte alle contingenze storiche non sempre favorevoli.
Negli ultimi mesi abbiamo spesso scritto del Goceano per fatti di cronaca spiacevoli che hanno strappato espressioni di condanna e disappunto all’opinione pubblica isolana.
L’attentato dinamitardo ai danni di Francesco Fois, sindaco di Bultei, la sera dello scorso 25 gennaio, ha inaugurato un rovente 2015 per il territorio dominato dalle antiche rovine del duecentesco castello di Burgos, ricordo sbiadito di un’epoca lontana in cui il Goceano occupava una posizione centralissima nello scacchiere geopolitico dell’isola. Fois ricevette in quell’occasione l’abbraccio ideale di istituzioni e società civile che lo convinse a ritirare le dimissioni e ripresentarsi alla tornata elettorale delle elezioni di maggio, quando la sua lista si candidò da sola alla guida del Comune di Bultei raccogliendo il consenso di oltre il 74% dei cittadini votanti e superando ampiamente il quorum previsto. Un successo non certo scontato che spazzò via, almeno in parte, la paura di quei mesi.
Sempre a maggio, il 7, scomparve da Nule il 28enne Stefano Masala. “Ho un appuntamento importante” disse ai genitori prima di uscire di casa e lo ripeté ad alcuni amici che incontrò in un bar del paese attorno alle 20 di quella sera. Da quel momento non si ebbero più notizie di Stefano. L’auto del padre, a bordo della quale il giovane era uscito, venne ritrovata in fiamme all’alba del 9 maggio in una radura che costeggia la statale 128 bis, a poca distanza dal Lago Lerno di Pattada. In quei giorni, le indagini degli inquirenti, svelarono inquietanti collegamenti tra la scomparsa di Masala e l’omicidio di Gianluca Monni, studente di 18 anni ucciso a Orune la mattina dell’8 maggio. Le voci e le supposizioni di quei giorni si risolsero in un niente di fatto. Le ricerche del giovane di Nule non ebbero alcun risultato e nemmeno gli assassini di Gianluca Monni hanno ancora un nome.
Nella notte tra il 26 e il 27 giugno, a Benetutti, tre giovanissimi malviventi fecero irruzione armati e a volto coperto nell’abitazione di tre anziani fratelli immobilizzandoli con delle fascette di plastica. Pietro Maria Zarra, falegname in pensione di 67 anni, cardiopatico, non resse allo spavento e venne ucciso da un infarto mentre i ladri si allontanavano con un collier d’oro e denaro in contante. I responsabili della rapina non sono stati ancora identificati.
Ieri sera, attorno alle 19, l’ultimo atto dell’escalation di violenza in Goceano che lascia tutti con l’amaro in bocca. Giuseppe Mulas, allevatore 51enne di Benetutti, è stato freddato da alcuni colpi di fucile davanti agli occhi del figlio mentre apriva il cancello della sua campagna in località Pauleddu. L’uomo, pregiudicato, era già stato vittima di un attentato nel 2012 quando i suoi nemici diedero fuoco al fienile della sua azienda facendolo saltare in aria con della polvere da cava.
Tempi difficili, per Sa Costera, dove la gente perbene si guarda negli occhi e cammina a testa alta, cosciente di quanto di buono abbia da dare questa terra. Negli ultimi anni, ai fatti di cronaca si sono affiancate importanti iniziative culturali che grazie