In tutto il mondo la Festa della Mamma viene celebrata, seppur in periodi dell’anno differenti, per onorare una figura cardine della società e soprattutto della famiglia. In Italia la si celebra ogni anno la seconda domenica di maggio (oggi), mentre, per citarne alcune, in Francia lo si fa la quarta dello stesso mese, in Spagna e Portogallo la prima, in Thailandia invece la data è fissa, 12 agosto, e in Russia il 28 novembre. In ogni latitudine la ricorrenza cade dunque in periodi differenti, resta però invariata la sua importanza simbolica. 

La festa come la conosciamo oggi ha origini piuttosto recenti, e la si deve alla pacifista statunitense Julia Ward Howe nel 1870. Ma a rafforzarne e radicarne la celebrazione fu un’altra figura femminile, pochi anni dopo: Anna Jarvis, che dopo la morte della madre, il 10 maggio 1908, organizzò una cerimonia celebrativa per commemorare sua mamma e tutte le mamme del mondo presso la chiesa episcopale metodista Andrews, in Virginia Occidentale, oggi considerato santuario internazionale della Festa della Mamma. Così, il presidente americano Woodrow Wilson la proclamò festa nazionale, che sarebbe stata celebrata – come accade oggi, appunto, anche in Italia – la seconda domenica del mese di maggio.

FESTA IN ITALIA

La ricorrenza approdò ufficialmente in Italia durante il periodo fascista, nel 1933, inizialmente istituita il 24 dicembre come “Giornata della madre e del fanciullo”. Tuttavia, si trattava di una celebrazione una tantum e gli intendimenti erano diversi. Solo a partire dal 1956, grazie all’impegno di Don Otello Migliosi di Assisi, venne assecondata l’iniziativa americana, spostando la celebrazione alla seconda domenica di maggio. La questione diede origine a un acceso dibattito che si protrasse a lungo nell’aula del Senato: due anni più tardi il senatore Raoul Zaccari, assieme ad altri sei senatori della Repubblica, presentò un primo disegno di legge riguardante l’istituzionalizzazione della festa. Nonostante ufficialmente esista da poco più di un secolo, si hanno tracce di cerimonie in onore della figura materna sin dall’antichità. Ne abbiamo riscontro nella mitologia greca e successivamente nell’Antica Roma.

CERIMONIE NELL’ANTICHITÀ GRECA E ROMANA

Le prime tracce di una sorta di celebrazione della Festa della Mamma si hanno già nell’Antica Grecia, dove in primavera si rendeva omaggio alla “Grande Madre”, rappresentazione della dea Rea (peri i romani Cibele) moglie di suo fratello Kronos e madre di Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone e Zeus. Alle idi di marzo si celebrava la fertilità delle terre, la fecondità e la maternità. Ma le testimonianze più concrete di festeggiamenti in onore della madre si hanno nel periodo degli antichi romani, che fra le varie feste religiose ne avevano due collegate alla sua figura. La più importante era Matronalia, il primo marzo: era una festa solenne in onore di Giunone, dedicata alle matrone, ossia le mogli e le madri. Era molto simile a quella che si celebrava col nome di Saturnalia a dicembre, tanto che veniva riconosciuta anche col nome di “Saturnali delle donne”. Durante la ricorrenza si concedeva piena libertà alle persone di condizione servile, e in questa circostanza si scambiavano doni fra marito e moglie e fra genitori e figli. Il 25 marzo è invece il turno delle Hilaria, (di cui sopra nella mitologia greca) festività primaverili in onore di Cibele.

DALL’ANTICHITÀ AI GIORNI NOSTRI

Quello della madre, con tutto ciò che essa rappresenta, nasce come un culto sacro, poi diventa una festa per celebrarne la figura, attraversando i secoli e cambiando volto, assumendo significati sempre più strettamente legati alla figura della mamma nella famiglia e nella società, fino ad assumere un valore simbolico di vitale importanza. Oggi, come detto, è una giornata celebrata in tutto il mondo, scegliendo una data come ricorrenza ed elevandola a ode della figura materna, da ricordare e onorare ogni giorno dell’anno come fonte di forza e d’amore.