Nonostante sia presente in commercio da circa un ventennio, è diventata famosa negli ultimi anni ed è sempre più presente nelle case degli italiani per velocità, praticità e per l’ampia diffusione online di ricette succulente attraverso la sua cottura. La friggitrice ad aria è uno degli elettrodomestici più acquistati negli ultimi anni.

A dispetto del nome, infatti, questa macchina non “frigge” gli alimenti, ma cuoce, arrostisce e non solo. Diffusasi soprattutto per la possibilità di cucinare le pietanze senza olio e quindi con circa l’85% di grassi in meno rispetto alla frittura tradizionale, è in sostanza un piccolo forno ventilato.

Comoda, compatta, ottima alternativa al forno ventilato se si ha poco spazio in cucina o se si vive da soli o al massimo in 2, uno dei contro è proprio la quantità limitata del cibo che si può cucinare.

Uno dei pro, oltre i cibi cucinati senza grassi aggiunti, è il consumo inferiore rispetto all’utilizzo di un forno ventilato. Le dimensioni alquanto ridotte della friggitrice ad aria permettono infatti un basso consumo energetico, anche perché i tempi di cottura si riducono notevolmente.

Ma considerato che più che friggere, cuoce gli alimenti, è davvero un’alternativa così sana come si crede?

Alcuni esperti, come riportato da Il Messaggero, riferiscono che la cottura attraverso la friggitrice ad aria favorisce la produzione di AGE (Advanced Glication End products), ovvero prodotti finali di glicazione avanzata negli alimenti che possono portare all’insorgenza di alcune patologie, come il diabete mellito, malattie cardiovascolari, tumori.

Come prevenire queste malattie? Gli esperti raccomandano un ampio consumo di polifenoli vegetali, come la curcuma o estratto di semi di uva con cui cospargere gli alimenti prima di cuocerli in friggitrice ad aria.

Ma considerato che la produzione di AGE è maggiore attraverso la frittura tradizionale in olio, perché mettere in guardia sulla friggitrice ad aria? Semplicemente perché, come spesso accade, la convinzione di mangiare sano spinge ad abusarne, rispetto al fritto tradizionale a cui si tende comunemente a fare maggiore attenzione consumandolo più saltuariamente.