La musica è un vento che accompagna le passioni di una vita, cattura le emozioni, nutre l’anima e ne placa le intemperie.

Piove musica nelle esistenze di chi sa ascoltarla e rende privilegiati  coloro che sanno vestire di note anche le vite degli altri.

Gabriele Oggiano è un artigiano della musica: scolpisce sul pentagramma le storie che si faranno canzone, forgia le atmosfere del “sentire”, ricama di parole le armonie.

<<Non potrei vivere senza musica, come non potrei vivere senza le persone che amo. I miei genitori hanno sempre sostenuto e assecondato le mie scelte. Mia moglie e i miei figli hanno stimolato la mia vena creativa. Non potrei vivere senza di loro e senza gli amici e le persone che mi vogliono bene>>.

Badesi è il luogo in cui vive e da quella piccola altura gli occhi dialogano con un mare che si fa sempre più ampio verso l’orizzonte.

Il mare che si muove è musica e quei primi ascolti hanno visto nascere la sua propensione per un mondo che lo ha portato a coltivare la vena compositiva “moderna” a 15 anni, dopo aver ultimato gli studi di  Organo e Composizione al Conservatorio di Musica “Luigi Canepa” di Sassari.

Nel 1995 ha sostenuto alla S.I.A.E. di Cagliari l'esame di Compositore e Autore di parte letteraria e inizia a inanellare quei brani che nascono dalla collaborazione con Jo Erre, che produce i primi effetti di un percorso segnato nel destino.

<<Jo è un professionista di valore, ma soprattutto una persona che mi ha dato tanto e che tanto mi ha regalato in termini di generosità e talento. Le mie prime canzoni risalgono a quel periodo e le guardo con la tenerezza delle cose che il tempo ingentilisce>>.

C’è un nome che più di tutti risuona nel corollario dei ricordi di Gabriele, ed è quello di Maria Giovanna Cherchi, la cantante di Bolotana che ha inciso diversi brani dell’autore gallurese.

<<Maria Giovanna è una delle voci più belle che abbiano mai cantato nella nostra isola. E’ solare il suo volto, è solare il modo in cui sorride così come il timbro con cui afferma il suo carattere in un mondo che le garantisce la titolarità. Ha intuito che tra le mie note poteva esserci qualcosa che la sua arte poteva valorizzare e viceversa. Mi aveva contattato per chiedermi “qualcosa di forte” e grazie all’incontro con Gino Marielli è nata “Chelos de Oriente”>>.

Con il cantante dei Tazenda Gabriele ha stretto un sodalizio magico e complice che parla anche attraverso i silenzi e non solo con la voce di una sensibilità gravida capace di partorire “meravigliose creature”.

<<Ho sempre amato la musica dei Tazenda e da ragazzino cercavo di capire come quel genio di Marielli riuscisse a scrivere melodie così forti e accattivanti. E Adesso? Ci ritroviamo in studio molto spesso a scrivere insieme, a confrontarci, a scambiarci consigli e a parlare di musica. E’ una cosa fantastica!>>.

Gabriele, nel riannodare il filo dei ricordi, non segue un ordine cronologico e non disegna una scala prioritaria che metta in ordine l’importanza dei suoi lavori.

<<Tutto quello che faccio ha un valore e un’importanza per me. Nel momento in cui “creo” ci metto tutto me stesso e non è facile dare una struttura alle emozioni e non lasciare che le emozioni abbiano il sopravvento sulla forma che vuoi dargli attraverso una composizione. Il risultato deve essere un’alchimia, la sintesi tra ciò che “senti” e ciò che “vuoi”. Il risultato deve essere soprattutto il frutto di un