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Stando ai sondaggi, sembrerebbe già fatta: Matteo Renzi da lunedì sarà il nuovo segretario del PD.
C’è una domanda però che i cittadini di buona volontà si stanno ponendo in queste ore: quanto l’attuale sindaco di Firenze è interessato a gestire il partito? Moltissimi segnali lasciano intendere che non gliene importi un piffero, e ambisca piuttosto alla poltrona di premier, nel più breve tempo possibile.
Ad ogni modo, sono questioni che impensieriscono solo una minoranza di persone. La maggior parte (compresa una nutritissima schiera di simpatizzanti del centro-destra) si è innamorata di questo giovanotto nemmeno quarantenne, che quando fa il duro sembra Fonzie di Happy days, e se si imbroncia è meglio di Brigitte Bardot ai tempi d’oro della Costa Azzurra.
L’Italia ha bisogno di questo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Per il momento, il premio fair play va a Gianni Cuperlo: a livello di stile, l’ex segretario della Figc supera di parecchie spanne il vincitore annunciato.
Carisma poco, concretezza tanta. E fino a prova contraria, un politico dovrebbe possedere soprattutto la seconda.
Sta combattendo con dignità una battaglia, soprassedendo con eleganza alle ironie dei media.
È una persona quadrata. Appare anche umile, per quanto ovviamente il desiderio di concorrere alla segreteria tradisca un filo di ambizione personale.
Cuperlo riceverà dei voti –e tanti- ma l’impressione è che sia un uomo solo, impegnato a sostenere un’idea di politica che i più hanno smarrito, o forse non hanno mai conosciuto.
Ricorda Will Kane, lo sceriffo interpretato da Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco: solido, con un alto senso morale che lo spinge a porre il benessere della propria città al di sopra di ogni altro valore. Peccato però che i concittadini lo abbandonino al proprio destino, disapprovando la sua scelta di combattere il bandito Frank Miller, pronto a riportare l’anarchia nelle strade.
In Italia –come nel Nuovo Messico di fine Ottocento- è pieno di briganti che vogliono spartirsi il bottino. Auguriamoci che Renzi abbia il coraggio, ma soprattutto la volontà di fermarli. L’impressione, però, è che Cuperlo-Kane sarebbe assai più adatto a svolgere questo compito.
Perderà, quasi sicuramente perderà. Non è il tipo che si butta giù, comunque se dovesse capitare gli consigliamo di riflettere sulle parole (inascoltate) di Arrigo Sacchi, allenatore-filosofo: in Italia, sostiene l’ex ct della Nazionale, c’è la cultura della vittoria a tutti i costi, e invece quel che conta è solo la qualità del gioco.
Finora, caro signor Cuperlo, lei ha giocato una buona partita. Quando si guarderà allo specchio, non avrà niente di cui vergognarsi. E questa, creda a noi, è la cosa più importante in assoluto.