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Ho conosciuto Gianni Medda nel 1985.
Fu un incontro casuale, “incidentale” per un episodio che non è mai auspicabile, ma che a me portò fortuna perché da lì nacque un’amicizia. Gianni venne nella mia caserma per portarmi il portafogli con i documenti che avevo smarrito il giorno prima a Quartu S.Elena, in occasione di una serata folcloristica.
Neanche il tempo di fare la denuncia di smarrimento: mi chiamano dall’ingresso e lui è già lì, pronto a stringere un’amicizia da allora mai interrotta e diventata sempre più importante grazie, soprattutto, al sodalizio artistico tra Gianni, il suo storico conduttore televisivo Giuliano Marongiu e mio figlio Roberto. Gianni amava la gente.
Capii subito, dal primo contatto, la grandezza dell’uomo, perché quando negli occhi della persona si legge la sete della conoscenza, della comunicazione e della costruzione di rapporti umani caratterizzati dalla bontà e dalla reciproca stima, si può essere solo grandi.
Ciao Gianni, l’autostima di ciascuno di noi, se esiste, lo è grazie a ciò che gli altri riconoscono nella nostra persona. È il mio caso. Grazie ancora: indelebile sarà il tuo ricordo.
Dante Tangianu