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"Il 16 lo considero un giorno fortunato. Di solito mi succedono cose positive".
Sono queste le parole di Gianni Morandi, che sulla sua pagina Facebook racconta il giorno in cui ha conosciuto il grande Andrea Parodi.
"Il 16 marzo 1980, per me fu come un nuovo debutto. Dopo tanti anni di silenzio, tornavo a cantare in pubblico. Un impresario romano mi aveva proposto una settimana di concerti al Teatro Aurora di Roma. Era un teatro rionale, in zona Ponte Milvio, con una capienza di circa 500 spettatori.
Oggi non esiste più, al suo posto c'è un albergo. Certo, non era il Sistina, ma Paddeu, l'impresario, sosteneva che fosse un bel modo per ricominciare e diceva che se lo spettacolo avesse avuto successo, d'estate avremmo raccolto i frutti con molte serate in tutta Italia. Lui avrebbe invitato giornalisti, funzionari RAI, attori e colleghi e avrebbe creato un piccolo evento.
Io preparai la scaletta delle canzoni con un gruppo di ragazzi sardi, SOLE NERO, che suonavano e cantavano con passione.
Fra loro c'era anche Andrea Parodi, che aveva veramente una grande voce.
In seguito, qualche anno dopo, alcuni componenti di questo gruppo diventarono i TAZENDA.
Nel primo tempo del recital, cantavo canzoni di altri artisti, Venditti, De Gregori, Dalla, Cocciante, Conte, iniziando con "Un giorno credi", di Edoardo Bennato.
Nel secondo, riproponevo i miei successi anni '60. Avevamo anche dato un titolo allo spettacolo, molto semplice e chiaro: CANTARE.
La sera della prima, il 16 appunto, era domenica. Ero molto preoccupato ed emozionato. Erano stati venduti solo 70/80 biglietti e per riempire il piccolo teatro, avevamo invitato un po' di gente, amici, compagni del Conservatorio che ancora frequentavo, compaesani di Tor Lupara, dove abitavo allora. Però c'erano molte poltrone vuote e non vedevo ne' giornalisti, ne' fotografi, ne' colleghi... L'evento promesso da Paddeu era fallito. Un flop.
Lo spettacolo comunque ebbe inizio, durò un paio d'ore e alla fine non ricordo bene la reazione del pubblico. Aveva applaudito con convinzione oppure erano stati solo applausi di circostanza?
Tornai a casa con molti pensieri nella testa e quella notte non dormii.
Avevo compiuto 35 anni, mi sentivo vecchio per questo mestiere e certamente non avrei mai immaginato tutto quello che mi sarebbe successo da allora in poi, fino ad oggi".