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“Il Governo Meloni, durante il Consiglio dei Ministri di oggi, senza convocare la presidente della Regione Sardegna, con spregio dello Statuto Sardo che invece ne prevede il diritto di sedere in CdM quando si trattino temi rilevanti per la Regione, ha deciso di impugnare la nostra legge N° 5 (approvata il 3 luglio scorso) necessaria a fermare la speculazione energetica per un massimo di 18 mesi e a bloccare tutti gli impianti che è possibile bloccare”.
Sono le parole della governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, che commenta l’impugnazione, da parte del Governo, della legge di sospensione per 18 mesi della realizzazione di impianti di energia rinnovabile in Sardegna.
“Una legge voluta dai sardi e votata in Consiglio Regionale che prevede che tutte le installazioni di nuovi impianti di energie rinnovabili, per i quali i lavori non siano già iniziati, siano fermate. In queste settimane – prosegue Alessandra Todde - alcuni hanno giudicato la nostra una legge debole, che non bloccava nulla, inutile, un regalo agli speculatori, che il Governo non prendeva neanche in considerazione. Colpo di scena. Avevamo ragione noi”.
“Infatti, al contrario – spiega la governatrice - la legge si è dimostrata efficace e di impatto, obbligando il Governo ad impugnarla chiedendone la sospensione immediata visti i tanti reclami ricevuti. In attesa che la Corte Costituzionale si esprima – ribadisce Todde - il lavoro della Giunta non si ferma. La mappa delle aree idonee dovrà essere consegnata entro 180 giorni a partire dal 3 luglio e noi stiamo già lavorando alla sua stesura. Stiamo creando un comitato interno e un ufficio del Piano che si occuperanno di redigere la legge con indicazioni specifiche per le aree idonee. E lo faremo coinvolgendo i territori, le comunità, i sindaci. Inoltre – aggiunge la presidente - aggiorneremo il Piano Energetico Regionale, fermo al 2016, e svilupperemo la Società Energetica Regionale”.
“Stupisce che a chiedere l’impugnazione siano state forze politiche, una soprattutto, che in Sardegna si schierano a parole contro la speculazione energetica – prosegue la governatrice - mentre a Roma lavorano a testa bassa contro gli interessi regionali. Concludo con un messaggio rivolto al Governo: la Sardegna, che piaccia o no, non accetterà di subire passivamente decisioni calate dall’alto”, conclude Alessandra Todde.