I cavalli di Pattada hanno fatto il loro ingresso nella nobile Bitti nel primo pomeriggio di martedì bardati a festa, coi nastri al vento e sas ischiglias tintinnanti ad annunciare il loro arrivo nella “piccola Roma” barbaricina. Davanti alla chiesa di San Giorgio Martire erano in tanti ad aspettarli come ogni anno perché, dicono, “E’ impensabile la processione per la Madonna del Miracolo senza i nostri amici pattadesi”.

È un’amicizia antica e fraterna, quella che lega Pattada e Bitti, che viene fatta risalire ad avvenimenti e vicende ormai lontane nel tempo e avvolte dal fascino della leggenda.

Me l’hanno ripetuto spesso di recente, i bittesi, quando son stato a Bitti in occasione della locale tappa di Autunno in Barbagia, che “Bitzi chin Patzata b’ana trattamentu meda”. Come fosse una sorta di legge, di comandamento che lì si impara da bambini.

Anche a Pattada lo sappiamo bene, lo vediamo il 29 settembre di ogni anno quando decine di cavalieri del paese montano in groppa ai loro cavalli e partono alla volta di Osidda, dove gli animali riposano durante la notte, per riprendere il cammino poi, il 30, da Osidda a Bitti in un pellegrinaggio sentito e sincero che si conclude nel santuario della Madonna del Miracolo la cui festa si celebra in quel giorno.

« Da Pattada andavano a cavallo. Ogni gruppo innalzava uno stendardo. I cavalieri giungevano all'ora della messa maggiore e si fermavano davanti alla chiesa. La gente li attendeva con ansia e quando da lontano vedevano il polverone sollevato dai cavalli o sentivano lo scalpitio degli zoccoli esclamavano: "Sunu arrivanne sos caddos patzatesos". Il richiamo per quella data è stato sempre fortissimo, a Pattada si ha molta devozione per la Madonna del Miracolo. Si andava al Miracolo per chiedere una grazia oppure per ringraziare dopo averla ricevuta. Quando ciò avveniva si andava al Miracolo per mantenere la promessa. Fin dai tempi antichi Bitti e Pattada legavano molto bene tra loro. » 

Scriveva così don Salvatore Bussu, ex parroco della chiesa, nel suo libro “Il Miracolo”, raccontando la profonda devozione della gente di Pattada per la Madonna più venerata dai bittesi.

Gli anziani raccontano storie di disamistades sanate e di guarigioni miracolose che accesero la devozione dei pattadesi per Nostra Segnora de su Meraculu. Dicono che ad un pastore di Pattada venne rubato un gregge di pecore e, dopo vari giorni di ricerche, trovò un pastorello di Bitti che custodiva le pecore rubate. Il pastore pattadese, allora, si riprese gli animali e portò con sé in ostaggio anche il giovane, inviando a Bitti una persona che trattasse con la famiglia per il riscatto. Il padre del pastorelle uccise il messo con un colpo d'ascia e i pattadesi fecero lo stesso con il figlio innescando così una scia di sangue che si risolse solo dopo tanti anni quando, in segno di pace, una ragazza di Bitti andò in sposa a un ragazzo di Pattada e il matrimonio fu celebrato nella chiesa che da allora venne intitolata alla Madonna del Miracolo. I pattadesi allora, riconoscenti alla Vergine, fecero il voto di recarsi ogni anno in processione a piedi e a cavallo alla chiesa che sorge sul colle di Gorofai.

Si racconta anche che una bambina di Pattada, muta dalla nascita, passando davanti alla statua della Madonna di Bitti riprese inspiegabilmente a parlare facendo gridare i presenti al miracolo.

Sono storie che attraversano i decenni e i secoli volando leggere di bocca in bocca, sussurrate con emozione per paura di rovinarne l’incanto.

Anche quest’anno, issate sui cavalli le famose banderas della tradizione religiosa pattadese, la processione ha attraversato il corso del paese fino a Gorofai tra gli applausi della gente che al passaggio del simulacro della Madonna di celeste ves