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In questi giorni, sul web, una forte polemica si è accesa in seguito alla pubblicazione di alcune immagini relative a un'esposizione di costumi tradizionali di Orgosolo a Villasimius.
Le immagini, postate su Facebook, hanno indignato il popolo degli amanti del folklore e delle tradizioni sarde che, scrivono, "il costume di Orgosolo visto così fa davvero pietà".
La prima foto oggetto di discussione è stata quella che ritrae un manichino, esposto in un ristorante di Villasimius, con addosso i vari pezzi dell'abito tradizionale orgolese, uno dei più affascinanti e celebri dell'isola coi suoi colori accesi e le geometrie suggestive figlie di una tradizione che nel Supramonte si è saputo conservare e valorizzare.
L'abito in mostra presenta elementi evidentemente riarrangiati e riprodotti. "Sembrano stracci" ha commentato qualcuno, "Irriconoscibile" dicono altri, e ancora "Inguardabile", "Col costume non si scherza", "Un oltraggio", "Da denuncia". "La gonna sembra un centrino, su lionzu un foulard", "Su zippone e s'antalena sono molto antichi, il resto è una copia uscita molto male" commentano i più esperti.
Per comprendere la rabbia dei commenti è utile vedere un confronto tra l'abito indossato dal manichino di Villasimius e l'abito indossato dalle ragazze di Orgosolo durante una delle tante processioni e cavalcate in cui nel corso dell'anno si possono ammirare i colori del paese dei murales.
Certo, la proverbiale fierezza delle donne barbaricine, il portamento e la compostezza contribuiscono a rendere gli abiti tradizionali inestimabili capolavori di sartoria che non possono non sfigurare addosso a un manichino. "Ma quello che ci da fastidio" spiegano i nostri lettori intervistati "è che i proprietari del locale non si siano nemmeno documentati sull'ordine in cui i vari capi vanno indossati facendo una confusione che ci indigna profondamente."
La polemica, però, non si è spenta qui. Un'altra immagine, proveniente ancora da Villasimius, ha riacceso gli animi già indispettiti mostrando una serie di statuette di terracotta la cui didascalia recita: "Donna di Orgosolo. Uno dei costumi più caratteristici e apprezzati della Sardegna, ricco di colori vivaci con la tipica benda ("Su Liunzu") che copre in parte il volto della donna". Una spiegazione piuttosto apprezzabile, non foss'altro che il costume riprodotto sulle statuine nulla o ben poco ha a che vedere con quello di Orgosolo. Gli elementi del costume e gli stessi colori dei vari capi non corrispondono con quelli indicati dalla didascalia.
"Tutto questo non possiamo accettarlo" protestano gli orgolesi "Abbiamo contattato alcuni paesani che si trovavano in zona chiedendogli che andassero ad aggiustare il manichino. Per quanto riguarda le statuette è difficile anche un commento, il costume nero non l'abbiamo mai avuto, il fazzoletto che quelle donnine hanno in testa non capiamo da dove l'abbiano tirato fuori, forse in Campidano vestono così ma non certo noi. E' una vergogna come il nostro nome venga usato quando questo fa comodo per attirare i turisti, quando invece c'è da fare cronaca nera Orgosolo è il paese dei banditi, dei ladri, del malessere. Non ci stupirebbe se un giorno iniziassero a vendere anche le aragoste di Orgosolo. Assurdo, vogliamo essere tutelati, Chiediamo al sindaco del nostro paese e alle istituzioni che intervengano per difendere le nostre peculiarit&agra